Anestesista, madre e moglie, Lavinia attraverso la penna della sua creatrice Stefania Lamanna, ripercorre tutta la sua vita, facendola partendo da un ’incontro casuale, nelle corsie dell’ospedale in cui lavora, con una ragazza bella e disperata, Marzia, che le chiede aiuto e la sconvolge.
Quella disperata invocazione di aiuto apre il vaso di Pandora.
Credeva di aver dimenticato, Lavinia, e invece tutto il suo passato l’aggredisce, all’improvviso, in una mattina qualunque di smonto notte, mentre si rifugia alle “sue” macchinette del caffè.
– Quando sei giovane sei audace, e osi pensare di poter dimenticare…–
Per Lavinia inizia un viaggio dentro se stessa, è obbligata a tornare indietro da un passato inopportuno e doloroso, e si rivede, spensierata liceale, alle prese con amori innocui, e poi universitaria ambiziosa e tenace. Sognava l’amore, Lavinia, ma neanche troppo, piccola donna ligia al dovere che voleva laurearsi presto, per rendere orgoglioso suo padre e non invecchiare tra i banchi polverosi della facoltà di medicina.
La famiglia e il senso del dovere fanno da sfondo alla sua vita in bilico tra due mondi, quello di casa, da cui non riesce a staccarsi, e quello della nuova città, che ha sempre sentito estranea.
durante questo viaggio a ritroso nei ricordi incontriamo una ragazza che quando incontra l’amore lo crede “per sempre”, e va a vivere con il principe azzurro Antonio, nonostante i rigidi principi con cui è stata educata. Crede di essere felice, ma quell’amore ingannevole inonderà di sgomento la sua vita segnandola. Per sempre.
Questo Romanzo diario si adatta perfettamente ad ogni lettrice, lo stile delicato permette che ci si riesca ad identificare nella protagonista, a mio parere anche grazie all'uso del tu e di pochi dialoghi.
L'incontro con Marzia costringe Lavinia a fare i conti con se stessa, con il proprio dolore e le proprie responsabilità.
Pur circondata da personaggi empatici la protagonista non riesce a perdonare se stessa, intravede uno spiraglio di felicità ma credendo di non esserne degna porta a compimento il suo percorso di espiazione.
Ho trovato il libro profondo e doloroso, ha toccato corde personali, forse per qualche similitudine personale. Avrei voluto abbracciare Lalli, prenderla per mano ed accompagnarla da Marzia
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