09 aprile 2024

RECENSIONE: - "Contact" - di Giada Grimaldi

 







TitoloContact 

AutoreGiada Grimaldi 

Serie: Winchester, volume 5 , autoconclusivo

Editore: Self Publishing

Generesaga familiare, second chance, commedia romantica, contemporary romance 

Pagine214

Prezzo: ebook: 0.99€ (primi 3 giorni in promo) poi 2.99€ 

Prezzo cartaceo: da definire 


Nonna Margaret è una delle poche certezze della vita di Jensen. 

Per lei farebbe di tutto, anche accettare che un gruppo di strambi ed eccentrici acchiappa fantasmi invada la sua casa e i suoi amati campi di cotone. 

Ciò che proprio non ha previsto è Tara Miller.

 La donna che più odia al mondo, colei che lo ha mandato in prigione e che per sei mesi farà parte della sua quotidianità. Perché non mandarla via? 

È solo per non dispiacere sua nonna all'oscuro di tutto o, in fondo, quegli occhi verdi, che gli hanno rubato il cuore anni prima, gli hanno sempre suggerito un'altra verità?


Avevo notato il personaggio di Jensen fin dal capitolo zero, era diverso nei modi, nel suo carattere, simile a quello di un uomo burbero.

Ero curiosa di conoscere lui e la scrittura di Giada.

Credo di aver letto Contact in una notte, ero così presa dalla lettura e dalla storia da volerne sempre di più.

Giada è padrone di una scrittura fluida, scorrevole, senza intoppi, segue un filone logico nel romanzo senza mai cadere nei cliché.

Uno scritto che effettivamente mi ha portato a pensare: avevo intuito bene, Jensen è diverso dagli altri fratelli.

Diverso è al contempo simile perché, le ferite che lascia un genitore legato più agli interessi del suo impero che a un figlio, rimangono eccome.

Ma non è solo questo, è tutto ciò che gira intorno a Jen a partire da quella nonna descritta così bene che sembra di vederla.

La tenerezza negli occhi dell’uomo, ogni qual volta rivolgeva uno sguardo a colei che lo chiama figlio, è stata una forte emozione.

Lui che tenta di seppellire quell’unico errore del suo passato rivolgendo affetto a Margaret, a quei campi che portano con sé non solo i fiocchi di cotone, ma una storia che impregna la terra. La stessa che attira una équipe di ghost hunters fra cui membri ritrova lei: Tara.

Quello che lo ha distrutto, ha annullato il suo futuro e lo ha reso ciò che è: un uomo che preferisce scappare piuttosto che affrontare tutto di petto, soprattutto quei sentimenti contrastanti che nascono nel momento in cui i loro occhi si incrociano.

E sono emozioni, divisi fra questa e una dimensione che rende tutti immortali.

Fantasmi del presente e passato che si mescolano fra i colori di una cittadina che ha tanto da raccontare.

Giada è stata accurata nel narrare episodi che hanno fatto la storia e che conosco benissimo, così come ho ammirato la sua precisione nel raccontare le indagini, i sussurri, la musica e quel vento che diventa carezza sul volto di una persona. 

Essendo autrice di paranormal, mi interesso molto alle letture di questo genere.

 Avrò letto mille e mille romanzi che parlano di esseri sospesi fra questa e l’altra realtà, e Giada ha saputo amalgamare tutto in questa storia.

 A tratti ironica, in altri profonda, lascia un brivido mentre sfogli le pagine, dettato dalla lettura di biglietti che non sai se vengono scritti da mano umana o meno… ma forse è tutta suggestione.

Io la vedo diversamente.

 Un romanzo cita: "Non finisce mai, fino a che un solo ricordo sarà nella tua testa e nel tuo cuore non sarà mai finita…"

Ci sono amori che vanno oltre alla morte del corpo, rimangono lì a guardia di colei/lui che hanno amato e che continuano a proteggere.

 E Contact diventa un romanzo che non racconta solo di un amore – quello fra Jensen e Tara- ma anche quello di Margaret e Donald, che si chiudono in quell’abbraccio atto a difendere un bambino, la cui unica colpa è quella di essere stato generato da un uomo e una donna troppo legati all’apparenza piuttosto che all’essenza.

 I personaggi crescono nel suo romanzo, soprattutto Jensen che accetta infine i suoi limiti e tenta di uscire da quel mondo rigido che si è autoimposto.

I complimenti sono d’obbligo per l’autrice, per aver regalato emozioni, per aver ben chiarito il concetto che, molte volte, le maschere si indossano per evitare di essere feriti, ancora e ancora.

Basta un nulla per mandare in frantumi la vita di una persona, ma ancora meno per riabilitare il suo nome.

L’importante è non fermarsi all’apparenza e, in questo, quelle presenze che raccontano storie di vite vissute, forse sono più fortunate, perché sanno cosa si nasconde dietro il volto di una persona.

Le cinque piume sono indicative per un romanzo che a partire dalla scrittura, a finire alle più storie che si mescolano fra loro, ne vale molte, molte, di più.

A presto









Nessun commento:

Posta un commento