12 aprile 2024

Review Party: INFERNO - M. Antonietta Capasso

 







Titolo: INFERNO

Serie: City of Woe series

Autore: M. Antonietta Capasso

Genere: Mafia Dark Romance, Retelling

Tropes: hidden truth, second chance, hate to love, forced proximity, touch her and you die, soft BDSM

Trigger warning: uso di sostanze stupefacenti, sesso esplicito, stalking, uso di armi, tortura, abusi e violenza fisica e psicologica

Pagine: 369

Formato: ebook, cartaceo, esclusiva Kindle Unlimited

Hashtag ufficiali: #inferno #cityofwoe_series

Lui è l'erede designato di Cosa Nostra a New York.

Lei è l’unica figlia di un caporegime disposto a tutto per vendicarsi.

 La discesa oscura in gironi danteschi di vizi, potere e segreti, li condurrà in un tetro inferno senza scampo o a riveder le stelle?

 Dante è il figlio di Elia Santacroce, uno dei più potenti capi mafiosi di New York. Viene mandato in Italia per sedare i conflitti con il  suo gemello. Dopo sette anni tra vizi e dissolutezza, un tragico evento mina la sua sanità mentale e spinge la famiglia a richiamarlo in America per assumere il ruolo di vicecapo della cosca.

 Beatrice è sempre stata la più riservata tra le sue coetanee, delicata ed eterea come una creatura divina capitata per sbaglio in un mondo corrotto. Ora è promessa in sposa a un altro uomo, ma l’ombra del passato la intrappola nelle trame di Dante. Un inferno in terra, un’oscura e sensuale prigione in cui lei trova la sua unica ragione di vita.

Nel cuore di una città permeata da segreti, lussuria e tradimenti, Dante e Beatrice riscrivono la Divina Commedia, dando vita a una relazione proibita e pericolosa. Tra le anime dannate, scoprono che le fiamme dell'amore possono bruciare più delle tormentate profondità dell'Inferno.

Laddove il destino di Dante e Beatrice è legato a filo doppio ai segreti inconfessabili di una famiglia che non perdona, riusciranno le stelle a illuminare il loro amore?


Il termine retelling significa letteralmente “rivisitazione”. 

Trasportare una storia, una favola o ciò che ci racconta la storia della letteratura, in chiave moderna.

Intanto faccio i complimenti all’autrice, per la scrittura, per il modo di raccontare una storia che vuole il suo retelling più su un piano psicologico. 

L’inferno che vive un’anima chiusa in quei rimorsi, in una condizione che non ha scelto, ma che è sua per diritto di nascita.

L’inferno di Dante si trasforma in un Mafia Dark Romance e un dei più grandi poemi allegorici – didascalici conosciuti, muta in qualcosa che l’autrice ha portato su un altro livello.

Ciò che era luce, nell’opera originale, diventa oscurità.

I personaggi, che popolano i gironi del luogo più oscuro della terra, divengono persone fisiche che ruotano intorno a Dante Santacroce e Beatrice, alla mafia, a cosa nostra…alla violenza e alla lussuria che si tramuta in BDSM.

Bene…nonostante apprezzi il genere del mafia, nonostante sia stata geniale l’autrice nell’interpretazione che ha dato di un opera come la divina commedia, e nello specifico l’inferno, non sono riuscita a godere della lettura fino in fondo.

Forse proprio perché legata all’opera originale, che ho immaginato come un paranormal in chiave moderna.

L’ opera di Dante è uno di quei simulacri che guardi con adorazione.

Uno di quelle che, se proprio si vuole posporre in un’epoca contemporanea, va mantenuta sempre il più vicino possibile a quel meraviglioso viaggio che il poeta ci ha fatto assaporare con la sua penna.

L’autrice si è discostata molto dalla figura di Dante, Beatrice e dello stesso Virgilio che diventano simili a l’altra faccia della luna. 

Quella di Alighieri luce quella della Capasso Oscurità; quel che non mi torna è il perché di questa scelta.

È stato un rischio? Credo ne fosse consapevole.

Poteva piacere o meno? Credo abbia messo anche questo in conto.

La mia recensione non tocca il piano letterario, a cui non si può contestare nulla all’autrice, ma ci sono opere che a mio dire, se si vogliono rivisitare si ci deve mantenere il più vicino possibile a ciò che quelle letture ci hanno regalato, facendole nostre senza dubbio, ma non alterando capovolgendo completamente quei tomi che ancora a distanza di secoli fanno parlare da loro.

Non me ne abbia la Capasso, ovviamente la lettura è una questione soggettiva, una valutazione personale di ciò che lascia un romanzo quando viene sfogliato.

Nella sua oscurità è stato comunque un romanzo in cui  il dolore dei protagonisti è stato toccante, reale la violenza di quel mondo in cui sono cresciuti, ma troppo, troppo lontana da uno dei capolavori della letteratura italiana a cui sono particolarmente legata, soprattutto l’inferno, che ci mette davanti a ciò che gli errori di una vita possono generare.

A presto







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