01 febbraio 2023

Recensione:- Il ribelle d'Irlanda: Sean- di Pitti Duchamp

 



Titolo: Il ribelle d'Irlanda: Sean

    Autrice: Pitti Duchamp

Editore: Self Publishing

Genere: Regency 

Data pubblicazione: 20 gennaio 2023

Serie: La confraternita dei Leoni #5

Autoconclusivo

Lunghezza: 304 pagine

Formato: Ebook  € 2,99 - Copertina flessibile - € 12,90 –

 Copertina Rigida- € 19,90

Irlanda 1820 - Sean O'Connor, Conte di Clare, è disposto a tutto per scrollarsi dalle spalle l'identità irlandese, un marchio che ha fatto di lui un reietto, un emarginato. Forse andare via è l'unica soluzione: né inglese né irlandese ma solo europeo nelle colonie; circondato dal lusso e dai soldi che ha guadagnato con le miniere messicane.

Il destino però ha in serbo sorprese e colpi bassi. Quando Sean eredita dal padre il titolo di Marchese di Galway, ecco che il sangue e la terra d'Irlanda tornano a pretenderlo. E a chiamarlo a sé è anche Aoife, pronta a ogni sacrificio per rivendicare i diritti dei cattolici irlandesi, perfino a rinunciare all'amore. Perfino a rinnegare Sean.

Un uomo in cerca del suo posto nel mondo, una donna che lotta per i diritti del suo popolo, un amore violento e intenso come il verde d'Irlanda.


“È il richiamo del sangue e della terra…”

Una semplice frase per dar vita a una recensione su cui ho riflettuto tanto. L'ultimo volume della confraternita dei Leoni vede come protagonista lo scapestrato e ribelle Sean O'Connor, Conte di Clare. Lui disposto a tutto pur di rinnegare quelle origini, quelle radici che lo portano ad essere un reietto per la società inglese. Lui, che ha dichiarato una muta guerra con la donna che gli ha rubato il cuore, perché il muro innalzato non viene da gelosie o da stupidi malintesi, ma da due orientamenti religiosi imposti o no che li rendono nemici. Aoife, bella nei suoi capelli neri, negli occhi come il mare, che si scontrano con le iridi del verde delle foreste irlandesi di Sean. Un’orchidea, la sua orchidea dalla pelle lattea, la sua nemesi. E io, mi sono persa nella storia.

Non ero più nell'epoca moderna, ma li ad assistere alle schermaglie di due, definiti dalla sottoscritta muli, perché se uno non cede l'altra non molla, ma quella passione non ha un freno, no barriere costruite dalla società che dettava leggi che imponeva ideali, divenuti una piaga per l’Irlanda di quei tempi. No, Sean e Aoife erano semplicemente una donna e un uomo vittime di un orgoglio che si piegava all'impeto dell'amore, impresso sulla pelle come i tatuaggi di Sean. 

Mo “magairlín fiáin”, la mia orchidea selvaggia, sussurrato in quella lingua da me tanto amata. L’Irlanda con i suoi paesaggi, il mare e la terra incantanti, dove le leggende si intrecciano alla vita di tutti i giorni, dove capita spesso che qualcuno dica di essere per metà banshee e per metà fata e Pitti è stata superba, in quel linguaggio in terza persona narrato come i un canto, simile alle ballate suonate con il violino, lo stesso che impugna Aoife infischiandosene di ciò che il ton pensava. Lei, ribelle, cocciuta, che beve birra come un uomo, che non si piega a nulla e io l'ho amata, per la sua fierezza, per quel coraggio che a una donna non veniva concesso a quei empi. Se dovessi definire Pitti e la sua scrittura direi su due piedi: pittrice. Lei ha la capacità di portare, sulle pagine bianche, quei particolari, quelle sfumature, quei contorni a tratti definiti altri sfocati che rendo il risultato finale un capolavoro da incorniciare. Maestra nelle espressioni, nella ricerca accurata dei costumi, del ton, della povertà che un tempo mise in ginocchio la verde Irlanda. Meraviglioso da quel primo rigo a quella frase che racchiude l'essenza del libro “È il richiamo del sangue e della terra…” perché in qualunque posto ci porti la vita, ovunque ci conducano gli affari il lavoro, il nostro stesso sangue ci richiamerà e la terra in cui siamo nati sarà sempre il porto sicuro a cui tornare

Le cinque piume sono solo indicative, un minimo voto rispetto a quello che realmente merita Pitti Duchamp con il suo nuovo romanzo, a cui faccio i complimenti che non possono mancare davanti alla bravura di questa autrice che ha saputo portare in 304 pagine una storia non solo d'amore, ma anche le gesta di chi prima di noi si è battuto per gli ideali della propria gente che gridavano un’unica parola: Libertà.

A presto






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