Titolo: Salice e Piombo
Autrice: Priska Nicoly
Editore: Self Publishing
Genere: Romance Storico
Lunghezza: 450 pagine
Sequel di "Zenzero e Sangue", volume
conclusivo
Uscita: 26 gennaio 2023
Formato: Ebook € 3,49; copertina flessibile € 15,00
Virginia, 1781.
Dopo l’attacco dei ribelli alla sua fattoria, Drew
Halliwell ha compiuto una scelta: seguire il colonnello Banastre Tarleton nel
cuore della guerra. Ma nell’accampamento dei Dragoni il passato continua a
inseguirla: è nei volti dei soldati che la considerano solo una prostituta,
nella disapprovazione di chi la vede come l’amante del colonnello, e
nell’insidia di un nemico che complotta per rapirla.
Nella guerra brutale che minaccia di portare via
il solo uomo che abbia mai amato, Drew cade nella spirale di violenza che si
abbatte sulla sua terra: una crudeltà seminata per lei, un duello tra due
nemici dove lei non è che il bottino del vincitore.
La corteccia di salice è il rimedio con cui
allevia il dolore dei pazienti della sua infermeria. Il piombo è la
devastazione che Banastre è pronto a seminare per proteggerla dall’uomo che
vuole strapparla dalle sue braccia. Con il dissiparsi del fumo della battaglia,
sarà solo uno dei due a prevalere, e solo uno a salvarla.
Ho preso un grosso respiro prima di scrivere questa
recensione, nell’ultimo romanzo di Priska, le emozioni sono state talmente
tante e talmente intense che molte volte ho dovuto staccarmi dal kindle per
prendere fiato. Quando succede questo, vuol dire che la storia mi prende cosi
tanto da aver l’impressione di esserci dentro. È stato emozionante ritrovare la
giovane Drew Halliwell a fianco del colonnello Banastre Tarleton, un
susseguirsi di sensazioni che non mi hanno lasciato nemmeno per un attimo. La
guerra imperversa intorno a loro, che la sfidano ricavandosi quell’attimo di
amore in una tenda, piuttosto che nel fango della palude, e il tutto descritto senza mai scendere nel volgare, sembrava di vedere un pittore nell'atto di dipingere quelle scene che rendono due individui uno solo. Impressionante la quantità
di particolari che Priska ha aggiunto al volume conclusivo della duologia
iniziata con Zenzero e sangue. Un romanzo se mi posso permettere talmente
realistico che è bastato chiudere gli occhi per trovarmi in mezzo alla lotta,
li dove l’umanità si annulla, dove il tacere dei cannoni è solo l’ansia che
precede la battaglia. I miei occhi hanno guardato il cielo denso di fumo frutto
degli incendi che devastavano le case al passaggio del Sanguinario. Lui che
cerca di distruggere il male che ha circondato Drew, i suoi nemici. Lei che lo
teme, ma da cui ha imparato a non aver paura. Una donna che porta cicatrici che
non sono solo quelle sulla schiena , ma ciò che ha lacerato l’anima che le ha
fatto costruire quel giardino dove basta un nulla a dissotterrare quei fantasmi
che con tanta fatica Drew ha seppellito. E allora il titolo acquista il giusto
significato quando ai capelli si intreccia una corteccia di salice piuttosto
che il piombo. Cioè che il dolore lo lenisce e ciò che lo produce in quelle
scene dove un uomo cambiato dalla battaglia ha bisogno di una ragazza che la
guerra la vive da che ha memoria. Mi sono emozionata, tanto con Drew, avrei voluto
essere al suo fianco a difenderla per prima dalle donne che le puntavano il
dito contro additandola per ciò che lei non ha mai voluto sentirsi. Confortala,
quando il mondo le è crollato addosso alla presenza di quella che dovrebbe
essere la sua nemica , ma che in realtà è solo un'altra vittima della società e
dei costumi dell’epoca. Ho cavalcato a fianco al colonnello Banastre, con a
seguito i Dragoni Verdi alla ricerca di ciò che lui temeva perduto per sempre,
guidato da quello che sono state le memorie di una fanciulla, pagine su cui ha
riversato tutto il suo dolore. Priska si annovera fra le mie autrici preferite,
perché quando si scrive uno storico, non è solo la ricerca, l’utilizzo delle
parole, è tutto il contorno che non deve mancare in primis il cuore che l’autrice
mette in ogni suo scritto. L’ho immaginata con il romanzo aperto sulle gambe a
farsi voce narrante delle vicende di Drew e Ban, mettendoci l’anima in ciò che
le sue mani hanno scritto. Non ci sono stelle per quantificare tale capolavoro,
né recensioni che possano in qualche modo esprimere cosa questo mondo creato da
Priska possa donare. Dico e sostengo che l’autrice per colpire un lettore deve
donare parte della sua anima a chi la legge e Priska l’ha fatto. Su quelle terre
su cui il sangue versato rimane come monito a ciò che la guerra può portare, la
stessa regina che non ha né a vincitori né a vinti, perché la guerra volente o
nolente leva sempre qualcosa, l’autrice ha costruito un suo mondo facendo dei
protagonisti quelle mani che si congiungono quando a divederli è il fuoco, lo stesso
che brucia le loro anime quando i corpi diventano uno , il cuore batte all’unisono.
Non riesco a dire altro, perché anche sulle ultime battute di
questa recensione l’emozione è la stessa di quella che mi ha accompagnato per
tutta la durata del romanzo. A Priska vanno i miei complimenti con la speranza
di leggere presto altro di suo e mi piacerebbe leggerla anche in veste non
storica perché sono convinta che anche li mi prenderebbe per mano trascinandomi
dentro la storia
A presto
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