“Le verità degli incubi” di Davide Borgobello
Editore: WLM Edizioni
Genere: Thriller, Mistery, Avventura e Distopico
Pagine: 218
Formato: cartaceo
Prezzo: cartaceo €16.15
Trama
Ian Martina è un avvocato friulano trapiantato a Roma. Brillante ma apatico, misantropo e tendenzialmente pigro, svolge il suo lavoro senza entusiasmo, avendo da tempo abbandonato il suo sogno: aprire un’agenzia investigativa. Un giorno, recatosi per ripare un computer da Matteo Sermonti, geniale amico conosciuto ai tempi dell’Università, viene coinvolto nella folle idea di costruire una macchina in grado di registrare i sogni, diventando il primo a testarla. A marchingegno ormai completato, l’inventore muore in circostanze ambigue e l’avvocato friulano si ritrova coinvolto in un vortice di misteri e violenza. Braccato da inquietanti personaggi, tutti recanti uno strano simbolo sopra l’occhio sinistro, e perseguitato da incubi ricorrenti, sarà costretto a una corsa contro il tempo per scoprire cosa c’è dietro al progetto della macchina chiamata Atena. Aiutato dall’eccentrico Moses Macchiavelli, ex socio dell’amico defunto, Ian dovrà svelare le verità degli incubi, per non venirne travolto.
Recensione
Come reagireste se, un giorno come tanti altri nella vita, il vostro migliore amico vi confessasse di aver creato una macchina futuristica in grado di registrare i sogni di chiunque ci entri dentro? Sì, avete capito bene! Una macchina in grado di registrare ciò che sogniamo mentre siamo a letto. Atena, un marchingegno capace di dare una svolta all’intera umanità. Beh, probabilmente vi verrebbe, come minimo, il sospetto che il vostro amico sia uscito di testa.
È proprio questo che ha pensato il giovane avvocato Ian Martina, protagonista di questo romanzo, quando si è recato nel negozio dell’amico Matteo Sermonti per farsi riparare il computer. Seppur titubante e incerto sulla riuscita del progetto di Matteo, Ian accetta di collaborare con lui e di “fare da cavia” per la sperimentazione di Atena.
Fin dalle prime pagine del romanzo ho notato come la scrittura di Davide Borgobello sia molto chiara, pulita e precisa, senza l’uso di termini troppo complessi e di difficile comprensione. Il suo modo di scrivere e raccontare la storia mi ha permesso di capire fin da subito ciò che stava succedendo ai protagonisti che però, a mio avviso, né inizialmente né successivamente durante lo svolgimento dei fatti, sono stati presentati in maniera esaustiva al lettore; ho fatto fatica, durante la lettura, a immedesimarmi nei vari personaggi in quanto mi sono sembrati poco caratterizzati.
Ma andiamo avanti.
Con la morte improvvisa di Matteo Sermonti, ha inizio una sequenza di colpi di scena ben strutturata e in grado di stupire il lettore. Ho apprezzato molto questa capacità dell’autore, che ha saputo costruire una scaletta di eventi molto ben incastrati tra loro, e che hanno dato una piacevole sfumatura noir alla storia. Ciò che, però, secondo me stona e ho trovato superfluo, è stato l’uso di tanto in tanto di modi di dire in friulano nei dialoghi dell’avvocato, che mal si sono inseriti nell’intera narrazione, rendendola in alcuni casi un po’ pesante.
Nel complesso devo dire che questo romanzo mi è piaciuto molto, nonostante dei piccoli difetti che ho riscontrato durante la lettura, i quali però non hanno influito negativamente sul mio giudizio finale.
Molto buona la narrazione e altrettanto ben fatto l’epilogo, che mi ha fatto dire: “Caspita, non me lo aspettavo!” alla fine.
Consiglio quindi a tutti di leggere questo romanzo, che siate o meno amanti del genere, in quanto avrete il piacere di leggere un romanzo che saprà tenervi incollati alle pagine senza mai annoiarvi.
In attesa di poter leggere le vostre impressioni su “Le verità degli incubi”, vi do appuntamento alla prossima recensione!
Un grandissimo saluto,
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