Editore: Bookabook
Narrativa Contemporanea
Pagine: 223
Enea, nel buio della sua stanza, disegna e rivive i propri ricordi: era poco più che una bambina quando al Quartiere aveva conosciuto Neon, motociclista omosessuale che amava la velocità e le gare clandestine. Sono passati anni, una vita, ma niente di quei momenti è andato perduto. Simona lavora in un bar, i sogni li ha lasciati nella casa da cui è fuggita, ma saranno loro a tornare a cercarla dopo l'incontro con il Nero e Rio. Lattina vive alla discarica insieme allo Zingaro e Kodai, un transessuale di cui il giovane Lattina si è innamorato: farebbe di tutto per vederlo felice, persino prendere parte a un'improvvisata rapina. A unire le vite ai margini della società dei personaggi, una desolata ambientazione comune ai tre racconti.
- I sentimenti sono capaci di piroette strane e alla fine, in qualche oscuro modo, riescono a
vincere sempre loro -
Emme Graneris ha puntato la sua lente d’ingrandimento sugli emarginati sociali, i temi scomodi e
le voci che fanno fatica a farsi ascoltare.
Il filo conduttore del romanzo è “…una città inquadrata, in cui le storie stanno scritte sui muri e in
cui gli eroi si contano sulle dita di una mano”, un quartiere che del Paradiso ha solo il nome.
A Paradiso abitano i protagonisti dei tre racconti che riempiono queste pagine.
Persone che, molto probabilmente, si tende a schivare per strada.
E’ interessante come i loro nomi rappresentino almeno in parte la rispettiva personalità:
Enea è una guerriera. Combatte contro i suoi sentimenti, divisi tra uomo che sa amarla solo con
rabbia e un ragazzo omosessuale.
Neon brilla di luce propria. E’ consapevole che tutti i sogni finiscono ma è disposto a morire pur di
avere quindici minuti da re.
Simona sigilla il suo cuore dopo che una tragica alluvione le porta via anche tutte le lacrime.
Almeno fino quando non incontra Nero e Rio.
Kodai è un transessuale in cerca di adrenalina.
Lattina sogna un amore non convenzionale.
I personaggi di Graneris hanno due cose in comune: la luce triste negli occhi e un destino
avverso, inteso come effetto collaterale per essere nati sotto una cattiva stella.
Viene spontaneo chiedersi che direzione avrebbe preso la loro vita, se avessero fatto scelte
diverse.
Forse, però, in alcuni casi si è condannati a rimanere nessuno e a rivivere in loop le proprie
difficoltà economiche ed emotive, a prescindere dalla strada su cui si corre.
Premetto che non conoscevo molto l’autore ma ne sono rimasta piacevolmente sorpresa.
Contenuti non scontati e tono di voce lontano dallo slang in stile “scritto troppo parlato” che ho
trovato in alcuni romanzi nostrani.
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