13 novembre 2023

RECENSIONE: - "Dannata" - di Federica Cabras

 



Titolo: Dannata
Autore: Federica Cabras
Editore: O.D.E. Edizioni
Genere: Horror
Trope: #zombie #resurrection #evildeal #devilsdeal #darkdeal #lostsoul
Pov: 1° persona
Prezzo ebook: €3.49 Prezzo cartaceo: da definire
Data pubblicazione: 18 ottobre
Pagine: 220
Serie: no Autoconclusivo: sì

Ero parte di un piano. Diabolico, ma pur sempre un piano.
Avevo un gruppo, un’identità. Era una sensazione che mi inebriava, che mi permetteva di sentirmi la padrona del mondo.


Una festa di compleanno.
Una bambina di due anni che perde la vita.
Maddalena non sa darsi pace, non riesce ad andare avanti. Non può togliersi dagli occhi il colore bianco di quel maledetto lenzuolo sopra il corpo di sua figlia né la sua dolce risata dalla memoria.
Eppure...
Eppure, si fa strada un pensiero perverso, contorto. La soluzione, forse, c'è e la morte allora può non essere definitiva.
Esiste un modo per riportare sua figlia indietro. Una via alternativa da pagare con l'anima.

Cosa si è disposti a fare per riportare alla vita un figlio?





Cosa faremmo se… Quante volte ci siamo fatti questa domanda leggendo una storia, guardando un film, o scrollando la cronaca in rete. Cosa faremmo se… La risposta dipende da un’infinità di variabili, ma quella che diamo è spesso impulsiva e non tiene conto dell’unica cosa davvero importante, la consapevolezza. Definisco sempre la consapevolezza con una metafora: Un conto è guardare un leone sulla tv, un conto è trovarselo davanti. Ne consegue che per rispondere sinceramente alla domanda iniziale ci vuole il coraggio di fare esperienza, e visto che molte esperienze sono assolutamente vietate, l’unica cosa che ci può aiutare a essere sinceri con noi stessi è l’introspezione. Il viaggio interiore, quando è onesto, equivale “quasi” a un’esperienza di vita reale, un po' come avvicinarsi ad un leone in catene e carezzargli il muso con il rischio di vedersi il braccio strappato via. Non proprio una passeggiata. L’autrice di Dannata non si è accontentata di un leone, ha scelto un tirannosauro. Non è mai facile, anzi è pericoloso come l’inferno (appunto) immergersi nella propria oscurità per riuscire a parlare in modo credibile di certi sentimenti. Si rischia molto. Nietszche diceva che se si guarda troppo a lungo nell’abisso, alla fine l’abisso guarda dentro di te. Il prezzo da pagare per scrivere storie come Dannata può essere molto alto. Complimenti e grazie all’autrice per il suo coraggio, perché opere come Dannata permettono al lettore di affacciarsi sul proprio abisso senza pagarne il prezzo.

Maddalena, la protagonista, è una madre coraggiosa perché affronta il male più grande dell’universo per la propria figlia, ma è una donna vile, perché fugge il dolore e sbarca addirittura all’inferno per nascondersi da esso. Una dualità che riesce a raccontare la completezza del difficile tema trattato in Dannata: la perdita di un figlio. Una cosa contro natura che non dovrebbe mai accadere.

Ho apprezzato le scene erotiche, mai troppo volgari, frutto di un amore morboso, una tossicità affettiva di cui la protagonista è pregna. È la sua caratteristica, il lettore lo capisce subito. È proprio Maddalena il personaggio più riuscito di quest’opera: l’altalena emozionale che la caratterizza è verosimile nonostante la straordinarietà degli eventi. La lettura, grazie a questo, vince il rischio di appesantirsi per i continui salti temporali narrativi. Personalmente preferisco quando i flashback vengono riuniti in capitoli dedicati, ma è una preferenza personale. Oggettivamente, invece, le interruzioni continue rischiano di far perdere il filo. La Maddalena del passato, però, ha dei colori completamente diversi da quella del presente e questo aiuta il lettore a orientarsi abbastanza facilmente.

Mi è piaciuto il finale, è come una parentesi a tutto l’assurdo accaduto nel mezzo, una diga contro lo straripare dell’inverosimile.




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