C’era una volta… così iniziano le più belle fiabe che
hanno accompagnato la nostra infanzia…
C’era una volta… così inizio la recensione di un
romanzo, che si è portato dietro un pezzettino del mio cuore.
Perché è di una meravigliosa fiaba che si sta parlando,
quella che racconta la storia di un principe azzurro e di una principessa, che
non credeva più nell’amore.
Lui detiene il trono di un regno, fatto di zucchero a
velo, cioccolate e ciambelle. Lei ha una corona fin troppo pesante da portare…
Charmy e Biancaneve si incontrano grazie a una piccola
nana, e fra loro è colpo di fulmine… ma come in ogni favola che si rispetti, esiste
la matrigna cattiva e un orco che ha rubato l’amore dal cuore della bella
principessa…
Ho atteso con ansia questo volume della Toronto Series.
Lui, James, l’ho notato dal primo volume, sempre sullo
sfondo, a fare da spalla ai suoi amici a coltivare un sogno di cui nessuno ne a
conoscenza. Scrive l’amore, James, ma ne ha paura, teme che non avrà mai il suo
lieto fine. In fondo lui è l’amico di tutti, quelle spalle che si portano
dietro il peso dei problemi degli altri, ma rifugia i propri e ci pensa solo
quando è da solo. Eppure il destino ha deciso di tirare finalmente le somme, e
arriva come un raggio di sole Daisy, una maestra che la vita ha preso a
schiaffi. Lei è la dolcezza fatta persona, piegata da chi amore doveva darle. Due
anime che anelano un sentimento di cui credono di non essere degni, eppure
anche in quel mondo fatto di pagine e storie si incontrano, sono comunque
attratti da chi sta dietro a un pc per dar vita a qualcosa e chi invece quel
qualcosa la legge per lasciare poi una recensione.
Mi ci sono rivista, ed è la prima volta che succede,
in un personaggio maschile. Lui che non vuole essere invadente, lui che cura
prima le ferite degli altri e poi le sue. Ho amato James fin dalla prima volta,
con il suo sorriso che cambia una giornata, con la sua dolcezza, con quel modo
di fare di altri tempi e poi c’è Daisy che lotta per ritrovare quella libertà
che le vuole essere negata. Lei e la sua voglia di sognare attraverso un libro
che legge, quella voglia di far trasparire cosa quelle pagine hanno lasciato.
Silvia Loreti si prende un pezzettino di me a ogni
romanzo, fra le sue pagine lascio un sorriso, una lacrima e quelle emozioni che
sono note, suonate da uno strumento dolce. Un mix di colori che creano un
quadro perfetto, dove ritroviamo quei personaggi conosciuti nei precedenti
romanzi, che non sono solo lo sfondo, ma questa volta diventano spalla per il
bel pasticcere e poi c’è lui, l’indimenticabile Simone, quello che l’universo
ha designato come Cupido, definito da me l’aggiustatutto. Ho amato ogni singolo
momento di questa storia che si porta dietro una delicatezza come poche. Una
penna leggera quella della Loreti, mai volgare, quella che parla dell’amore che
va al di la della fisicità, dove un bacio sulla fronte diviene la più bella
forma di rispetto di un uomo verso una donna; un segno impresso sulla pelle e nel
cuore. È quando tutto crolla, quando quello che ha supportato sempre gli altri
cade in ginocchio, schiacciato dal peso di ciò che ha sempre sopportato e mai
affrontato, arriva quella persona che cura e lenisce le ferite del cuore e dell’anima.
Non sbagliavo quando ho letto di lui nel primo volume di questa splendida
serie, che mette su carta la realtà della vita, che non è sempre rose e fiori,
ma spine e tempeste. Tuttavia, basta avere accanto qualcuno che ti difenda da
quegli aculei, che ti stringa sotto un ombrello per non farti bagnare. Basta
chi, con una semplice promessa, fatta con il mignolino non ti abbandoni quando
tutto intorno crolla.
Grazie Silvia, per le tue parole, per quel sorriso,
per quegli occhi lucidi, che mi hai lasciato, grazie per aver dato una storia a
quel principe che ha sempre guardato la felicità degli altri sognando la sua,
ma soprattutto grazie per aver parlato dell’amore, che non è solo verso una donna,
ma anche verso quegli amici che comunque sia rimangono spalle a cui appoggiarsi
quando si fa fatica a camminare.
Questo romanzo mi ha dato così tanto, che non basterebbero parole a definirlo, e le cinque piume, anche qui, sono fin troppe poche per dare un valore a un libro che ne vale molte, molte di più.
A presto
Nessun commento:
Posta un commento