Cos'è più pericoloso?
Perdersi nel Sahara dopo una tempesta di sabbia o trovarsi sola tra le dune con un misterioso, affascinante libertino?
Isadora non sa davvero cosa pensare. In teoria Caleb Cox l'ha salvata e sostiene di essere un archeologo, proprio ciò che vorrebbe diventare anche lei.
Però veste come un beduino e si comporta più da predone che da gentiluomo.
Il modo in cui la corteggia è del tutto inappropriato.
Vuole davvero aiutarla a realizzare i suoi sogni?
O sta solo usando il proprio fascino per sedurla e rubare gli antichi tesori che hanno scoperto insieme?
Una volta tornata a Londra, tra cavalcate a Hyde Park e soirée al Museo, Isadora dovrà scegliere tra cuore e ragione.
Quello per Caleb è un amore scandaloso, irragionevole. Ma, una volta che si è provato un sentimento simile, è impossibile dimenticarlo...
Ti rendi conto, quando è da un po’ che fai la blogger,
che aspetti quasi con ansia l'uscita di determinate autrici.
Il motivo è molto semplice: risiede nella capacità che
hanno, queste scrittrici, di aprirti le porte dei loro mondi.
Loro sono lì, ti aspettano appena inizia a leggere e ti
accompagnano in posti diversi, che sia il deserto del Sahara, un ballo regency
o una partita di Lacrosse, le Peperoncine hanno questo grande dono: farti
sognare.
Questa volta non è stato diverso, e sono finita in mezzo
a una tempesta di sabbia in compagnia di una signorina che nulla ha di
convenzione rispetto a quelle dell'epoca.
Siamo nel 1898 una società londinese affascinata dai
tesori che arrivano dalle terre eterne dei Faraoni.
Isidora è
determinata, vuole dimostrare al mondo che non vale meno solo perché donna.
Lei vuole essere considerata alla pari degli uomini, vuole
essere ricordata per le sue imprese, per la scoperta di quei siti sepolti fra
le sabbie del tempo.
Lei è quegli occhi eterocromatici, uno che richiama il
giorno con il suo cielo limpido l’altro come la notte, che la salvano dalla
furia del deserto.
Una dualità che
Isidora rivede anche nella personalità del bel Caleb. Mascalzone o gentiluomo,
predone o studioso delle antichità?
I dubbi si mettono a tacere, quando la ragione fa
comandare il cuore, anche se rimangono tarli che generano insicurezze, rabbia…
Isidora e Caleb e la loro bellissima storia d’amore.
L’accuratezza che le Peperoncine mettono nei loro romanzi,
la vedi già dalle descrizioni di quei siti che ancora fanno sognare.
Tu eri lì, a
ricalcare con l'indice un geroglifico, a spalancare gi occhi davanti a una vita
riportata su un muro, a intristirti per una donna senza nome, spinta dalla
curiosità esattamente come Isidora.
Lei e Caleb e insieme la libertà, la volontà di svincolarsi
da quegli schemi che vedevano una donna quasi come una bambola.
Il senso di indipendenza di Dora traspirava dalle pagine
lette; ho amato quel suo essere ribelle, quella lingua affilata, ma ancora di
più Caleb mi ha conquistato. Con quella sua sottile ironia, con la sua premura
a proteggere una donna che lo ha incantato dal primo sguardo, la sua Odalisca.
Lui che ne ha riconosciuto il valore, che ha capito era
più di quello che il ton dell'epoca voleva.
Il segreto sta sempre lì: indipendenza, libertà e voglia
di non sentirsi mai inferiori a un altro, di essere abbastanza.
Le Peperoncine non affascinano solo per quelle quattro
mani che diventano due - non mi stancherò mai di dirlo- ma anche per la cura in
ogni particolare che vivi nella storia, nulla è lasciato al caso, ogni piccolo
tratto ti porta a volerne sapere di più, a scoprire per esempio perché alcune
di quelle tombe non potevano essere toccate.
Ti incanti nella descrizione di quei disegni che Caleb
traccia con la sua matita.
Gli storici non sono per tutti, l'ho sempre sostenuto,
non sono una storia fatta solo di personaggi che vestono abiti di altre epoche,
è cultura, magia, è delicatezza in quelle scene spicy che Michela e Pamela
trattano con i guanti bianchi.
È eleganza nella scrittura, come se leggessi un tomo con
i caratteri vergati e sinuosi.
Complimenti ragazze e grazie per avermi regalato, per l'ennesima volta, una meravigliosa avventura.
Grazie, soprattutto, per aver reso una donna abbastanza e per i messaggi che lasciate nei vostri romanzi: nessuno ha il diritto di farti sentire inadeguata.
Le cinque piume, come sempre, sono solo simboliche per un
romanzo che ne vale molte, molte di più.
A presto
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