23 luglio 2024

RECENSIONE: - "Incontriamoci alla Tour Eiffel" - di Deborah Fantinato

 



TITOLO: INCONTRIAMOCI ALLA TOUR EIFFEL

AUTRICE : DEBORAH FANTINATO

EDITORE ‏ : ‎ LITERARY ROMANCE EDIZIONI

DATA PUBBLICAZIONE: 28 GIUGNO 2024

"Una mamma single il cui unico scopo è la gioia della figlia. Un coinquilino affascinante... e molto premuroso.
Un amore che si svela delicatamente sullo sfondo di una magica Parigi."


Per Abby, Parigi si è rivelata la città di un amore fugace prima, e di un dono prezioso poi, un regalo che profuma di talco e manine appiccicose. Per sua figlia Amélie ha rinunciato a tutto, ha lasciato New York, gli amici e messo in pausa se stessa; nella sua vita, però, c'è una persona che sa cullare la sua solitudine, sa riempire i suoi vuoti: Thimotée, il coinquilino più amorevole, paziente e premuroso che possa esistere. L'uomo dei sogni… anche delle altre!
Eppure tra Abby e Tim, come lo chiamano tutti, sembra che il confine tra amicizia e amore sia sempre più labile, ma serve coraggio per accorgersene e lasciarsi andare.

Deborah Fantinato torna con una storia romantica che sa di Café parigini al tramonto, in una città piena di luci e battiti d'amore che aspettano solo di essere ascoltati.



Abby, giornalista americana, rimane a vivere a Parigi, dove si era spostata per lavoro, poiché da una relazione con un uomo conosciuto lì, Jérôme, rimane incinta. Rimane anche senza compagno perché Jérôme non è pronto per fare il padre. Neanche Abby era preparata a diventare madre, ma ha modificato tutta la sua vita immediatamente mettendo al primo posto il bene della figlia Amélie a tal punto che decide anche di rimanere a Parigi per dare la possibilità alla piccola di conoscere il padre, sebbene questi viva la paternità a singhiozzi e quando è libero da altri impegni. Abby non è sola: vive con il fratello Jamie e il suo amico Tim, entrambi giocatori promettenti nella squadra di pallavolo del Paris Volley. Proprio Tim è l’ossessione di Abby, ma lei consapevolmente mette a tacere i suoi sentimenti per non creare eventuali legami che potrebbero finire e far soffrire Amélie: “io so come si sente una bambina quando si affeziona a persone che potrebbero lasciarla in qualunque momento. E non voglio che mia figlia provi quella stessa orribile sensazione”. Quello che succede è proprio quello che Abby non può prevedere né controllare: Tim è affezionatissimo ad Amélie, non riesce a starle lontano, l’ha vista nascere ed è per lei quello che dovrebbe essere il suo vero padre; d’altro canto la bimba stravede per lui. Tim è dolcissimo e protettivo, è una solida presenza sia per Abby che per Amélie e mette di lato ogni cosa per loro, anche la sua vita, le sue aspirazioni, al contrario di Jérôme.

È un romanzo dolcissimo, ma anche di grande attualità: il tema portante, la genitorialità, è vista sotto diverse sfaccettature grazie alle tre diverse figure di Abby, Jérôme e Tim; Jérôme è uno di quegli uomini diventato padre “per caso”, è superficiale ed egoista, non è maturo e ogni gesto verso Abby e Amélie sembra essere dettato solo dalla gelosia verso Tim che invece è sempre presente; Tim desidera avere una famiglia e “ama Amélie più di quanto non sia in grado di fare suo padre”; poi c’è Abby che per la figlia annulla se stessa e la sua felicità pensando di prendere la decisione giusta. Alla base di tutto c’è che “la genitorialità non può essere imposta” e “i legami di sangue sono nulla in confronto a quelli del cuore”.

La figura di Abby è interessante per la sfaccettatura che l’autrice ci offre non solo di “madre” (che rimane comunque preponderante), ma anche di “donna” che vorrebbe la sua fetta di felicità con l’uomo che ama davvero, ma si tarpa le ali pensando di fare il bene di tutti a sue spese. E se la vera verità fosse semplicemente quella che le soffia la sua migliore amica Laly? “Amélie ha bisogno della serenità che solo due persone che si amano possono darle”.

Lettura scorrevole e romanticissima, nonostante le grandi difficoltà che i protagonisti si trovano costretti ad affrontare.






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