18 aprile 2023

RECENSIONE: - "Shanghai mon amour" - di Mimi Costalunga

 




Titolo: Shanghai mon amour
Autrice: Mimi Costalunga
Genere: Contemporary Romance
Data di pubblicazione: 11 novembre 2022
Pagine: 361

Formato kindle: 2,99€ Copertina flessibile: 12,00 €



Lei: la ragazza alla pari. Giovane, inesperta, spontanea.

Lui: il padre del bambino. Single, ambizioso, autoritario.

Dove: Shanghai, Cina.

Lilou Renaud è salita sull’aereo per la metropoli cinese quasi di nascosto, col solo desiderio di allontanarsi da Saint-Damien en Médoc, bucolico quanto noioso paesino francese, e dalle scelte di vita che altri hanno cercato di imporle.

È fuggita per far chiarezza su ciò che veramente vuole dalla vita e ha trovato…Mathis Tang.

Ambizioso, elegante, a capo di una grossa azienda di moda, Mathis non è certo quel signore di mezza età che lei si aspettava. Di madre francese e padre cinese, incarna in sé il fascino di oriente e occidente e Lilou non può fare a meno di sentirsi attratta da lui.

Per Mathis, Lilou rappresenta una ventata di freschezza. Spontanea e dolce, è l’unica che sa come prendere per il verso giusto suo figlio Lucien, e riporta nella loro vita quel senso di famiglia del quale l’uomo credeva di poter fare a meno.

Ma dov’è la madre di Lucien? Perché non ci sono sue foto in casa, perché nessuno può nominarla? Qual è il segreto che Mathis nasconde così bene, e che sembra tormentarlo?

Cedere alla reciproca attrazione non è la cosa più saggia da fare, quando in agguato si nascondono innumerevoli ostacoli.

Ma chi riesce ad essere saggio, se di mezzo ci si mette il cuore?

***** ROMANZO AUTOCONCLUSIVO *****


Lilou Renaud, la protagonista del romanzo, per fuggire da una relazione non soddisfacente che sta per sfociare nel matrimonio, prende le distanze dalla Francia e va a rifugiarsi in Cina dove, in qualità di ragazza alla pari, si occuperà di migliorare il francese di Lucien, il figlio del ricco Mathis Tang.

Presto Lilou, si accorgerà che il suo ruolo non sarà semplicemente di “insegnante di francese”, ma di molto di più, poiché si troverà dinnanzi a un padre, Mathis, che deve costruire il suo rapporto con suo figlio e, contemporaneamente, far pace con se stesso e con i suoi demoni interiori. Cosa non facile dal momento che il bambino è viziato, maleducato e, cosa peggiore, tutto ciò è avallato dai nonni materni. Fortunatamente Mathis è un uomo intelligente e accetta i consigli della giovane insegnante, anche perché sa benissimo da solo come stanno le cose. Ha la consapevolezza di non poter delegare gli altri per l’educazione di suo figlio e che dovrebbe trascorrere più tempo con lui, lontano dalla cattiva influenza del nonno materno, ecco perché fa trasferire Lucien e Lilou in un appartamento a Yangpy.

La ricostruzione avviene per piccoli passi: Lucien, lontano dai vizi, si mostra come un qualsiasi altro bambino della sua età, con il timore di reintegrarsi nella nuova scuola francese, con la necessità di sentire il calore di un adulto che lo guidi e lo conforti; non basta Lilou, della quale ha imparato a fidarsi ciecamente, ha due figure importanti che gli mancano: la madre, di cui non si sa e non si deve chiedere nulla, ma non è morta, solo “l’hanno cancellata”, come urla il bambino disperato, e il padre che fa fatica a trovare uno spiraglio nel figlio solo perché non sa come comportarsi, perché sono “estranei”: “C’erano mille domande che avrebbe potuto rivolgergli per rompere il silenzio, invece rimase zitto”. Un’incapacità paralizzante. Eppure in questa strada tortuosa, fatta di alti e bassi, errori e anche litigi con Lilou, Mathis lotta tanto per conquistare Lucien e ne rinasce migliore, rinnovato e… anche innamorato di quella donna straordinaria!

Già, ma la mamma di Lucien? Anche con quest’aspetto delle vicende di casa Tang ci sarà un risvolto di recupero per Lucien che gli occorrerà per superare quel dolore che gli causava il non sapere nulla di lei, se non che non se ne doveva parlare, ma anche di crescita per Mathis che gli servirà per uscire da quel continuo stato di colpa che gli ha divorato la coscienza.

Sono diversi i temi presenti in questo romanzo: ultimo non ultimo la doppia origine di Mathis Tang, per metà francese e per metà cinese; ne soffre, ne ha sempre sofferto, a causa della diffidenza altrui, o della non accettazione proprio da parte dei suoi “simili”: “per i francesi ero troppo cinese, mentre per i cinesi ero troppo francese”. La sua dualità si ripercuote anche nel suo lavoro, perché insegue il sogno di firmare un contratto con una famosa marca francese di abbigliamento grazie a cui potrà creare “un design che racchiuda in sé una ventata di spirito europeo e il meglio della tradizione cinese”.

Scorrevole, si legge in modo agevole anche perché l’autrice usa la gentilezza di dotare il suo libro di un glossario che spiega a chi legge termini di usi, piatti e quant’altro della tradizione cinese che altrimenti potrebbero risultare di difficile comprensione.





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