21 luglio 2022

RECENSIONE: - "Quattro Terzi Pi Greco Erre Tre" - di Lucia Amendola Ranesi

 



di Lucia Amendola Ranesi
Editore: ilmiolibro (16 febbraio 2021)
Copertina flessibile: ‎300 pagine

Quattro Terzi Pi Greco Erre Tre di Lucia Amendola Ranesi è la rivisitazione del romanzo La luna a strisce, pubblicato in precedenza con Alfredo Guida Editore

La luna, il Vesuvio, il monte Faito e il mare, entita non cose, sono complici di un amore straordinario. "quattro terzi pi greco erre tre" non è solo il racconto di una romantica e travagliata storia d'amore, ma diventa spesso testimonianza di storia, quella dei grandi eventi e quella minore, più vicina agli uomini, alle loro gioie e alle loro tragedie. Il romanzo narra vicende vere, attraverso la memoria e i documenti ritrovati dall'autrice, e contiene notizie di prima mano su personaggi che hanno avuto ruolo di protagonisti nella vita culturale napoletana e italiana della prima meta del '900, come Ettore Majorana e Renato Caccioppoli. Sullo sfondo gli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale, visti con gli occhi dei personaggi che intervengono nella narrazione e le cui lettere (talvolta documenti storici di rilievo) rivestono un ruolo fondamentale nell'intero romanzo. Antagonista e la guerra che deciderà del destino di due famiglie.

La scoperta di un diario dove le grafie dei genitori si alternano in una danza d’amore su carta, il ritrovamento di oltre mille lettere “a volte disordinate, scritte sui treni, sui tram (…)” e di “un album con quattrocento e più cartoline illustrate con pensieri e poesie d’amore… e diari su quaderni a righe o a quadretti (…)”, inducono l’autrice Lucia Amendola a scrivere la storia d’amore dei suoi genitori Rodolfo e Maria. È un amore che getta il suo seme sui banchi di scuola dove Rodolfo è l’allievo e Maria la sua insegnante di matematica “dagli occhi ridenti”. Rodolfo s’innamora per primo ed è un momento di una poesia indescrivibile poiché è lui stesso, nel carteggio, anche scrive: “volevo dirti che i numeri dal cervello mi stavano un po’ alla volta scendendo nel cuore e che il mio amore per te era continuo e infinito”; Maria resiste all’attrazione consapevole della differenza d’età: lei è maggiore di dieci anni. Lo scambio epistolare che inizia nel 1930, quando lei va a insegnare ad Assisi e lui tenta il concorso alla scuola Normale di Pisa, permette loro di approfondire la reciproca conoscenza e di innamorarsi sempre di più fino a dichiararsi il loro amore a vicenda, a fidanzarsi e infine a sposarsi.

Altra indiscussa protagonista di questo romanzo è la storia presente con tutta la drammaticità della seconda guerra mondiale attraverso le vicende, oltre che di Rodolfo e Maria, anche dei loro familiari che, soprattutto nella seconda parte del libro divengono, da secondari, quasi co-protagonisti. Tutti vengono coinvolti e travolti nell’avvicendarsi dei tempi incerti, anche personaggi eminenti storici che gli Amendola-Moreno hanno l’onore di conoscere: Luigi Puccianti, Enrico Fermi, Ettore Majorana (sulle cui vicende incerte un po’ di luce ha apportato il Documento Moreno, ossia gli appunti presi da Eugenio, fratello di Maria, durante le lezioni di fisica teorica all’università)…

Il Patto d’Acciaio tra Hitler e Mussolini spaventa non poco e a ragione: a giugno del 1940 l’Italia entra in guerra senza alcuna preparazione bellica e gli eventi storici disastrosi trascineranno le vite di tutti verso l’incerto…

Ma in questo libro c’è tanto altro: il senso della famiglia e della responsabilità verso di essa; l’amore che, se anche passionale, è tenuto imbrigliato dal pudore e dal rispetto; tanta poesia intrecciata in modo sublime alle lezioni di matematica; la consapevolezza dell’uguaglianza fra gli uomini che emerge dal senso di solidarietà degli uni verso gli altri nei momenti difficili e tragici che si sono concretizzati a causa di “quell’omino” attorno a cui “si è raggrumato come un cancro tutto il peggio che c’era negli uomini”; non ultimo c’è l’amore filiale dell’autrice verso i proprio genitori, soprattutto verso il padre che perde da bambina e che impara a conoscere e a scoprire anche attraverso queste lettere:

Non mi aspettavo un papà generoso e umile nel suo straordinario amore, che all’occasione sa diventare monello o scugnizzo.

Scopro un padre che suona il mandolino e canta canzoni appassionate.

Un papà poeta, che usa le parole come pennellate di colore per descrivere, in maniera gentile e delicata, stati d'animo ed emozioni che si trasferiscono con facilità in chi legge”.

Dicevo prima tanta poesia intrecciata e fusa in modo sublime alla matematica: ciò si evidenzia già dal titolo “Quattro terzi pi greco erre tre” che non è altro che la formula del volume della sfera… e “sferica”, circolare, è anche la struttura di questo romanzo-poesia poiché la situazione di partenza si ripresenta nella conclusione.




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