Titolo: Lì dove finisce la notte
Autore: Sara Bortoluz
Editore: Brè Edizioni
Pagine: 120
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In carta a 10€ nelle principali librerie online e fisiche
Genere: nove racconti di narrativa
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In vendita dal 7 aprile 2022
A volte è difficile o addirittura impossibile cambiare il proprio destino. Ma è possibile cambiare la prospettiva dalla quale si osserva la realtà perché anche nella notte più buia, inaspettatamente si può scorgere una luce amica, anche se piccola, pur sempre tenace. Lì dove finisce la notte è una raccolta di nove racconti, dai protagonisti di volta in volta differenti che, nonostante la diversa provenienza geografica e la differente estrazione culturale e sociale, hanno in comune la medesima attitudine verso la vita: tutti sono alla ricerca del loro posto nel mondo e, come viandanti e pellegrini, errano tra le tenebre dell’indifferenza e della solitudine per poi scorgere, infine, la luce. Dall’Etiopia all’India, dalla Norvegia al Canada, dalla Grecia ai Caraibi, i personaggi che animano le storie si trovano ad affrontare le ardue sfide della vita e di una quotidianità in apparenza semplice ma, in realtà, tutt’altro che facile da sostenere, un’esistenza che corrode innanzitutto l’anima prima che il corpo. La vita intesa come viaggio e cammino di ciascuno di noi, un cammino al quale spesso è difficile dare una direzione o un significato. Un libro lieve, raccontato quasi con devozione, ma soprattutto con rispetto. Racconti che assomigliano a fiabe: a volte con il lieto fine, altre volte, al contrario, brutali e spietate. Un susseguirsi di emozioni e di incanto, di sentimenti e di gioia. Una narrazione che porterà il lettore lontano, oltre gli orizzonti sconfinati.
Quelle mostrate nei racconti sono spesso condizioni di vita difficili, problematiche, al punto che ogni giorno sembra terribilmente uguale a quello precedente, così come lo sarà a quello seguente, senza alcuna soluzione di continuità e in questa solitudine desolata i protagonisti tutti sentono di percepire la mancanza o lo smarrimento della propria anima: Adina si sente “come una tazza vuota buttata nella sabbia del deserto e sospinta senza meta dal vento fra le dune”; Raul, che dipinge quadri fra l’indifferenza della gente, va avanti per inerzia; Conrad, fratello di Suzy, “rimane impassibile, insensibile di fronte all’armoniosa melodia della vita”.
Ma c’è una soluzione a tutta questa indifferenza? C’è un modo per cercare di “ritrovare” ognuno la propria anima? L’autrice ci suggerisce più volte, nel corso delle sue poco più di cento pagine, che “è possibile cambiare la prospettiva dalla quale si osserva la realtà, perché anche nella notte più buia, inaspettatamente si può scorgere una luce amica”: a Adina bastano un “grazie” e un sorriso di una ragazza per sentirsi “parte di un disegno più grande” e in armonia con le creature e gli elementi del cosmo; per Raul è fondamentale l’oceano per entrare in sintonia con la propria anima… È sempre la Natura, in ogni caso, a mettere i personaggi dei racconti in contatto con la loro parte più profonda, più vera, con la loro anima e dopo “non si può più far finta di nulla”. A questo punto bisogna decidere se “essere” o “dover essere”; la vita ci dà la possibilità di scegliere, di cambiare prospettiva, ma gli uomini ne sono sempre in grado? No. A volte si sceglie male perché non si è guardato bene dentro se stessi e la felicità fugge insieme al tempo che “scorre incessante e inesorabile” lasciando solo uno sconsolato rimpianto.
Sebben il linguaggio sia molto semplice e scorrevole, i concetti sono assai complessi e profondi e non definirei questa raccolta una “lettura di svago o di relax”, al contrario è un testo scritto per riflettere sulla comune matrice di noi tutti esseri umani: “dai grattacieli di New York e Dubai, alle capanne dell’Etiopia, dai villaggi galleggianti della Cambogia, siamo tutti dei viandanti, dei viaggiatori che erriamo instancabili all’inseguimento di un tesoro (…)”.
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