“I libri fanno impazzire?”
“Certi libri, non tutti, non proprio impazzire, ma mentre li leggi ti spiazzano, ti confondono, danno tensione!”
Fra citazioni letterarie e richiami a libri gialli (che magistralmente non vengono spoilerati) il Commissario Aldo Raciti racconta in prima persona l’indagine e gli sviluppi di un caso di omicidio.
Un caso difficile da districare per i molti dubbi, a partire dal perché Vincenzo Allasia, quarantenne torinese si sia recato a Catania dove è stato assassinato la sera stessa del suo arrivo.
Nonostante l’omicidio sia avvenuto a Catania, Raciti capisce che le indagini devono per forza partire da Torino e qui scopre che Allasia era una persona irreprensibile, buona, apparentemente senza scheletri nell’armadio. Per risolvere il caso e svelare il piano architettato da una mente fredda e pragmatica, Raciti dovrà analizzare con logica i fatti e, soprattutto, dovrà superare le reticenze e le remore di ex fidanzate, amici e colleghi di Allasia che, con prudenza tutta sabauda, sono restii a divulgare confidenze e pettegolezzi di sorta.
Un giallo molto ben strutturato, vincente la narrazione in prima persona che rende simpatico ed accattivante il personaggio di Raciti. Ne esce una personalità poliedrica, un investigatore lucido e razionale, filosofo e caffeinomane (ogni giorno beve un numero smodato di caffè e cappuccini). Molto sicurò di sé e dotato di una autostima altissima che gli permette di superare ogni esame di coscienza, autocritico quanto basta, si perdona senza meno …. insomma, se la canta e se la suona come vuole.
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