Titolo: Fated Destinies
Autore: Ester W.
Genere: Young Adult, romantasy autoconclusivo.
Scrittura: Terza persona.
Pagine cartaceo: 311
Trope: - Hate to Love - Slow bourn
- Forced proximity
Leggere
Fated Destinies è stato come aprire un libro di favole.
Un
passo e mi sono trovata nella storia di Gladys e del meraviglioso Re delle Stelle:
Shedir.
Sono
emozionata mentre scrivo questa recensione, il motivo non è banale, amo
immergermi nelle letture, ma non tutte arrivano a lasciare il segno.
Una
scrittrice compie il suo dovere nel momento in cui il suo romanzo viene
ricordato da chi lo legge.
Non
conoscevo Ester W., e quando mi è stato proposto questo fantasy la prima cosa
ad attirarmi è stata la cover, che è solo un’anticipazione di ciò che il tomo
racchiude.
Gladys
e Shedir, luce e tenebre, luna e sole e in mezzo le stelle.
Quelle
non mutano, rimangono li spettatrici delle vita di chi popola questa terra o
altre realtà.
Non
c’è stato un momento in cui mi sono annoiata.
La
narrazione ha un ritmo incalzante, ogni cosa è stata trattata con la giusta
misura, niente eccessi, dialoghi o descrizioni inutili.
Tutto
perfetto.
E
mi sono trovata ad ammirare un angelo, a ridere con un demone.
A
contemplare le ali di un essere mitologico che è fuoco, e si lascia cenere
dietro.
L’amore
di quello che supera la morte, le vite che si susseguono a ritmo ciclico per un
semplice umano, ma non per chi vive secoli crogiolandosi in quel senso di vuoto
che non riesce a spiegarsi.
Dalla
prima pagina l’incipit dato dall’autrice non mi ha fatto allontanare dalle
pagine, sempre curiosa di sapere, di capire come i due protagonisti avrebbero
fatto fronte agli ostacoli che la trama, intessuta ad arte, prevedeva.
Sono
fautrice del grande amore, di quello che supera la morte, di quello che va
oltre, e credo in quel famoso brivido che attraversa la schiena quando
riconosci nello sguardo di qualcuno un sentimento antico.
Ester
W. ha unito fra loro varie mitologie, ma non è stato un assemblamento, un minestrone
mal assortito, no. L’autrice ha incastrato tutto alla perfezione, e ti ha fatto
sentire ogni sentimento che trapelava dalle pagine.
Dall’umorismo, alla disperazione, alla
speranza che i sacrifici che si fanno hanno sempre una ricompensa.
Che
sia l’amore eterno, un nome sussurrato per liberare qualcuno o la presa di
coscienza di ciò che si è perso, ma che può essere ritrovato.
È
stata presentata un'unica scena spicy, ma la delicatezza con cui è stata
trattata ha lasciato un senso di dolcezza infinita, perché quell’unione non era
solo fisica, ma trascendeva l’anima, il cuore.
Questo
a dimostrazione che un romanzo non è interessante e bello per il numero di
scene spicy che viene inserito fra le sue pagine, ma per ciò che dona in quel
momento quella scena.
I
protagonisti principali sono stati circondati da comprimari che sono risultati
elementi fondamentali per arrivare al gran finale.
E
lì, in quell’epilogo, trovi quelle risposte che erano rimaste sospese.
Complimenti
all’autrice che non conoscevo, ma che merita il massimo delle piume.
Una storia che consiglio per varcare quei confini
che la mente tante volte impone, e farsi trasportare in un mondo dove il bene e
il male combattono per un dominio, ma nessuna terra conquistata vale più dell’amore
che, come le stelle, brilla in eterno.
A
presto
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