Ormai è assodato che Priska sia
una delle mie autrici preferite e diventa inevitabile, per la sottoscritta,
farsi coinvolgere a 360° nella lettura.
Lei non lascia nulla al caso, semina
tanti piccoli pezzi durante l’avventura in cui ti trascina, tasselli di un puzzle
che metti insieme quando arrivi all’epilogo di un romanzo che, anche questa
volta, mi ha conquistata.
E sarà stata Sydonie, la sua arte,
quel voler a tutti i costi scappare dalla tempesta che la travolge a ogni tuono
che squarcia il cielo.
Sarà Guthrie, con quegli incubi in
cui viene catapultato, non importa se con gli occhi aperti o chiusi lui le
vive, e te li fa vivere.
La senti l’acqua che lambisce la pelle,
lo senti l’urlo che spezza il gioco di due ragazzini.
Tutto perfetto, come Meridian
Manor, la sua architettura studiata nei minimi particolari.
Dodici fiori che convergono in uno.
Dodici gioielli che riportano i
colori di quelle corolle che si protendono verso la magnolia.
Una convivenza forzata, che si
trasforma in ancora per entrambi, per non affondare lì dove il buio diventa
pece, quando sopraggiunge il tuono.
Ma la luce di un sentimento nato
come imposizione, rende tutto luminoso, come il bagliore accecate delle pietre
su un soffitto in cui viene impressa una Meridiana.
Non scandisce il tempo, lo ha
fermato a quando il mondo è crollato per la protagonista…
Sorprendente Priska nella
descrizione dei luoghi, degli abiti, delle abitudini che diventano costrizioni a
quell’epoca e in mezzo a tutto la voglia smisurata di libertà di entrambi i ragazzi.
Una scrittura coinvolgente che ti
porta nei pensieri dei protagonisti, nei ragionamenti che fanno, nella loro
rabbia in quel terrore che soffoca.
Un romanzo di crescita per Sydonie
e Guthrie e tu la vivi questa evoluzione riflessa in un viso che si
ammorbidisce, in uno sguardo che da austero diventa dolce.
L’autrice ha usato gli stessi
pennelli della sua protagonista.
È partita dal buio e ogni tocco si è tradotto
in colore, in un particolare che alla fine ha reso l’opera perfetta.
Poche sono le scrittrici che posseggono
il dono di trascinarti nel proprio testo, altrettanto poche sono menzionabili
quando si tratta di storici, non tutte coinvolgono al punto da farti trattenere
il fiato, mentre ricerchi la verità fra le pagine di un libro che, per l’ennesima
volta, conferma Priska come bravissima.
La seguo dall’inizio è cambiata
nel tempo, andando a migliorare qualcosa di già eccezionale.
Ogni qual volta chiudo un suo
libro il pensiero è: quando pubblicherà l’atro.
E anche per questo le cinque
piume sono solo un simbolo, perché ne vale davvero tante tante di più.
A presto
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