28 luglio 2023

RECENSIONE: - "MARTINA E L’ALBICOCCO. MONOLOGO DI UN ADDIO" - di Antonella Ronchetti






Titolo: Martina e l'albicocco. Monologo di un addio

Autore: Antonella Ronchetti

Genere: narrativa

Editore: Brè Edizioni

Data pubblicazione: 29/10/2022

Formato: Brossura, ebook (solo su Amazon)

Pagine: 98

Prezzo: 10,00 €


 Martina, la protagonista di questa storia commovente, è una donna di cinquant'anni che all’improvviso scopre di avere un cancro. Ricevuto il triste verdetto, giorno dopo giorno perde la sua vera identità assumendo quella dell’Ammalata. Confusa e impaurita, in una sorta di monologo veritiero e insieme onirico narra la sua sofferenza, i ricordi, le gioie, le speranze, i rimpianti della sua esistenza “interrotta” inaspettatamente dalla malattia, a cui si oppone un forte desiderio di vivere e di amare. Per uno strano destino anche l’albicocco che il nonno aveva piantato in occasione della sua nascita, caro amico di un’infanzia spensierata e felice, viene colpito da un brutto male. Per entrambi il tempo scorre inesorabile nella clessidra, chissà cosa li attenderà alla fine del cammino?

È il monologo di un addio, come recita il titolo. È il monologo di Martina, malata terminale di cancro. È un monologo struggente intessuto di rabbia, arrendevolezza e tanta, tanta disperazione, perché… come si fa a morire a cinquant’anni? “Cinquanta anni sembrano tanti se si devono ancora vivere, sono così pochi quando li hai già vissuti!”. Arrivata alla sua ultima estate, Martina è invasa dai ricordi che si mescolano a sogni e incubi, tutti in ogni modo con comune denominatore la sua nuova identità di “ammalata” e tutto ciò che ad essa è legato.

Il dolore della malattia e dell’imminente fine ci rende tutti più empatici perché mai come in quel frangente ci ricordiamo che, animali o uomini, siamo fatti della stessa materia deperibile, siamo esseri viventi, creature; succede anche a Martina nei confronti del piccolo delfino ucciso da un pescatore per il quale piange e si dispera per quella “inutile crudeltà”; nei confronti di un suo compagno di scuola elementare morto investito nel giorno della sua Prima Comunione; nei confronti dell’albicocco che condivide con lei gli ultimi istanti di vita poiché anche lui, come Martina, è “divorato da dentro da un bruco crudele”.

Dall’incredulità iniziale in seguito all’aver appreso la notizia della sua malattia, Martina passa al tormento: “perché proprio a lei era toccata quella malattia? Che colpe aveva mai commesso per meritarsi un simile castigo? (…) Giorno e notte si tormentava con domande prive di ogni risposta”. Poi la sua identità di “ammalata” la rende compartecipe del destino di tutti coloro che hanno lasciato la vita prematuramente e invidiosa verso coloro a cui è stata donata una vita “lunghissima e magari felice”. Nel momento dei bilanci lo sguardo si volta nostalgico al passato: ai suoi genitori, ai suoi amori “alcuni felici e alcuni no”, ai suoi gatti…

Racconto triste, doloroso e crudelmente vero: si tratta di Martina, ma si potrebbe trattare di chiunque si sia sentito derubare dei sogni e della vita da un tumore che si è presentato così, dal niente, per esigere il pagamento di un dazio mandando per aria tutto: progetti e desideri.

Un racconto introspettivo attraverso cui Martina aiuta se stessa a prendere coscienza e ad accettare il suo destino.





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