TITOLO: Lugh
DATA: 1 luglio 2023
GENERE: Urban fantasy / Paranormal romance
PAGINE: 348
SERIE: The Crimson Thrones
Grazie alla sua lancia, la cui mira non fallisce mai, Lugh viene scelto tra i quattro guerrieri che devono fronteggiare l’imminente fine del mondo. Peccato che l’arma si spezzi durante il torneo, privandolo di fatto dei suoi poteri. Senza di essa, lui è menomato, e per combattere i Distruttori gli ci vorrà un miracolo.
Quel miracolo si chiama Melanie, vive a Lione ed è una dei pochi umani che ancora lo adorano. Un’umana devastata da una malattia misteriosa, la cui fede nel dio celtico è il solo raggio di luce in una vita fatta di espedienti e lap dance per clienti che chiedono ben più di un ballo privato.
Cos’ha di speciale questa fragile ragazza, a parte essere l’unica in grado di richiamare il potere della lancia spezzata?
Ci
sono quelle divinità perse nel tempo, in pochi raccontano la loro storia, ne
conoscono il mito e tante volte le invocano. Ci sono divinità nate dalla luce e
che la donano al mondo, divenendo una mano che accarezza la natura . Il secondo
volume della The Crimson Thrones Series ci presenta uno di questi Dei, dimenticato da molti e le
preghiere che le venivano rivolte risuonano come echi lontani. Lui è Lugh il Dio
celtico incarnazione del sole, della luce ed è a lui, secondo eroe, che viene
affidato il compito di rimandare indietro il Distruttore, ma non c'è luce senza
oscurità, la stessa che avvolge in una malattia sconosciuta la giovane
Melanie… E mi fermo qui. Preferisco dire sempre poco della trama, quasi nulla
quando un libro merita di essere letto. Sono tornata alla mitologia celtica,
che io amo, quei miti dove il Dio si sommava alla natura, e come un padre insegnava all'uomo il tesoro che gli è stato concesso. Un essere affascinate il Dio della Luce, una sorta di Thor come sembianze, almeno così l'ho immaginato io, di quello che vediamo nei film, bello con il suo splendore e quella malinconia che aleggia nel suo sguardo. L'autrice ha saputo donare alla divinità, l'umanità, con tutti i suoi affanni, dolori, incertezze. Lui invocato da una donna che cerca il miracolo a quel male che la consuma, a quell'oscurità che l'avvolge. Insieme a Lugh e Melanie mi sono ritrovata a lottare contro quei mostri che cercano
di distruggere il mondo, mi sono emozionata davanti a quel sentimento che non fa differenza fra uomo e Dio perché il cuore batte allo stesso modo verso una donna, fragile all'apparenza, ma capace di sopportare con dignità un fardello che in molti avrebbe piegato. Mi sono arrabbiata davanti alla malvagità di alcuni uomini che vedono la donna come oggetto invece che come soggetto con dei sentimenti, e poi mi sono commossa, tanto, davanti alla disperazione, a quelle lacrime mute che scorrono sul viso di chi perde dopo aver trovato, perché si può essere divini, ma se l'amore tocca il cuore genera sentimenti che diventano
luce per chi brancola nel buio. L'autrice è stata bravissima, coinvolgente e
dopo tanto tempo ho letto un romanzo che celebra quella cultura a cui sono
molto affezionata, quella legata alla terra da cui ne trae forza, alle erbe che curano a quella magia che convoglia la sua forza in pietre che vedono la loro origine avvolta nel mistero. I druidi e le loro celebrazioni, antichi rituali che ancora oggi vengono celebrati da chi quelle divinità non le ha dimenticate. Il linguaggio in PoV alternato, scorrevole, leggero e
intriso di emozioni, mi ha portato a leggerlo in meno di nulla. Un libro che
consiglio a tutti quelli che voglio cibarsi di cultura, oltre che di amore, che
si fonde con il mito e le cinque piume sono più che meritate per una storia che
su quell'epilogo mi ha commosso e ha aperto la strada al terzo eroe. Una serie
che nulla ha da invidiare a molti grandi nomi perché le eccellenze, anche nel
genere paranormal, non sono molto lontano da trovare
A
presto
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