29 giugno 2024

RECENSIONE: - "Tutta colpa di una mela" - di Susy Tomasiello




TITOLO: TUTTA COLPA DI UNA MELA

SERIE: FAVOLE REGENCY #2

AUTRICE: SUSY TOMASIELLO

CASA EDITRICE: WORDS EDIZIONI

GENERE: HISTORICAL ROMANCE

FORMATO: EBOOK AMAZON (IN OFFERTA LANCIO A 2,69)

Votata all’altruismo, lady Edith Brooks ha fatto della scuola per orfani di Arundel la propria missione di vita. 
Nonostante venga emarginata da quello stesso ton a cui appartiene per nascita, è fiera del proprio  operato e ha imparato a curare le proprie ferite grazie alla gioia che le infondono i suoi piccoli allievi e l’amicizia della cara lady Byrd, Duchessa di Arundel.

La vita di Edith, tuttavia, cambia all’improvviso alla morte del padre: la ragazza si trova priva di mezzi e in difficoltà e in suo soccorso arriva l’amico d’infanzia, il Conte di Burke. 

Il giovane le offre una soluzione: un matrimonio di facciata che possa calmare le acque e permettere a lei di conservare una posizione rispettabile e a lui di assolvere ai propri doveri familiari. 

Titubante, ma senza alternative, lady Brooks finisce con l’accettare la proposta dell’amico, nei cui confronti prova da sempre un sentimento di affetto sincero. 

Tuttavia, col passare del tempo, Edith inizia a rendersi conto che quella messinscena farà soffrire solo il suo cuore innamorato.

Eppure, l’atteggiamento di Lucas è ambiguo e non sempre chiaro. E quando entra in scena una perfida donna, le carte in tavola saranno presto svelate… per colpa di una mela.

Secondo romanzo della Tomasiello, siamo ad un’altra fiaba: Biancaneve.

Devo essere sincera, non è mai stata la mia principessa preferita, non la vedevo battagliera, ma fin troppo arrendevole.

 Bene se l'avessi conosciuta come l'ha presentata l'autrice, me ne sarei innamorata.

Il personaggio è ben noto per chi ha letto il primo volume della serie.

 Edith è quella amica su cui Jane ha fatto affidamento, quella lady poco convenzionale, che cura i bambini di un orfanotrofio come se fossero figli suoi.

Non è fisicamente una bellezza, non almeno per i canoni dell'epoca regency, ma con un cuore così grande da fare arrossire le dame dell’epoca.

Edith e il suo amico di sempre Luke, il compagno di giochi, quello con cui è cresciuta, e che non ci pensa un attimo a tirarla fuori dai guai.

Un matrimonio di apparenza per non farla criticare da quel bonton che per l'epoca era una sorta di giudice e che più volte l’aveva rilegata in un angolo.

Per Luke è dovere, per Edith un sogno che si realizza, perché lei quell'amico lo ha sempre amato.

E forse sarà che sono le storie che mi piacciono di più, sarà per il coraggio che ha mantenuto per tutto il romanzo, sarà per quella forza che ha accompagnato il personaggi per tutta la durata del libro, io questa versione di Biancaneve l’ho adorata.

Troviamo personaggi nuovi e vecchi, un assaggio di quello che l’autrice andrà a presentarci nei prossimi romanzi e io sono davvero curiosa, perché è un modo diverso e al contempo uguale di concepire le fiabe.

Edith è poco convenzionale, e riflette tutti quegli attimi di sfiducia che sono propri di ogni donna, quando non si sente abbastanza, quando permette allo specchio di riflettere un’immagine distorta di sé: il bello non è quello che deve apparire ma ciò che appartiene a ognuna di noi.

Non è un chilo in più a fare la persona, ma il suo cuore sempre pronto a mettersi a disposizione dell’altro.

Le cinque piume sono meritatissime per una rivisitazione di Biancaneve che, credetemi anime belle, vi conquisterà.

A presto



 







 

28 giugno 2024

Recensione: - La ragazza in Blu - di Susy Tomasiello

 





TITOLO: LA RAGAZZA IN BLU

SERIE: FAVOLE REGENCY #1

AUTRICE: SUSY TOMASIELLO

CASA EDITRICE: WORDS EDIZIONI

GENERE: HISTORICAL ROMANCE

FORMATO: EBOOK - CARTACEO

Dopo la morte dell’adorato padre, la vita di Jane viene completamente stravolta. Mrs Davis,

 sposa in seconde nozze del defunto Mr Davis, la costringe a occuparsi delle mansioni

più umili, trattandola alla stregua di una sguattera. 

Jane, priva di dote e prospettive, convinta di non poter suscitare l’interesse di alcun

 gentiluomo e decisa a costruire da sé il proprio futuro, trova lavoro come istitutrice nella

 scuola per orfani di lady Brooks. 

Una scelta che reputa felice, almeno sino a quando non partecipa a un ballo sotto mentite

 spoglie e scopre di non essere indenne al fascino genuino del Duca di Arundel e di desiderare

 per sé qualcosa di più dell'indipendenza. Ma può questo improvviso desiderio di

felicità diventare davvero realtà?

Bentrovate anime, altro retelling e qui torniamo a una delle fiabe che più conosciamo: cenerentola.

L'autrice ha traslato la storia in epoca regency, è il tutto ha dato come risultato una bella storia d'amore.

Non aspettatevi di trovare i nomi originali, ma la morale è sempre uguale: Sogna e spera fermamente… e il sogno realtà diverrà.

Ho apprezzato lo sviluppo della storia, una dualità dei personaggi che nella fiaba originale non era prevista.

Ritroviamo un Duca al posto del principe, un po’ fuori dalla convenzione che abbiamo di questa figura.

Una persona umile che non disdegna il contatto con persone di ceto sociale inferiore, una cosa che ho molto apprezzata e che ha reso il personaggio molto carismatico.

Ci sono Jane e Jake e poi Jane e Jacob, il prima e il dopo e un futuro messo in discussione da quella matrigna che risulta arcigna esattamente come nella fiaba.

Ma dove esiste la strega cattiva, ritroviamo anche quella fata madrina che ha accompagnato la Cenerentola che tutte noi conosciamo.

 E' rappresentata da quell'amica fedele, che non ti porge solo una mano , ma diventa confidente, una sorella: Edith.

E poi gli altri amici quelli che ruotano intorno al bel Duca, una sorellastra completamente diversa : Lucy.

La ragazza in blu è il primo di una serie di volumi autoconclusivi, e io non vedo l'ora di scoprire il secondo.

Tutto ciò che gira intorno a Jane e Jacob spero avrà una storia a parte.

Puoi cambiare epoche, nomi, sostituire la parte fantasy con personaggi normali, ma una fiaba come Cenerentola ti porta sempre a sognare: è il riscatto che ognuna di noi chiede, quando tutto il mondo le rema contro.

L'autrice l'ha arricchita, resa più reale, e ci ha fatto vivere quei protagonisti come non abbiamo fatto nell'opera originale.

 Solo un caso mi ha fatto storcere il naso, il modo in cui Jacob ha risposto a una verità che immagina, ma non pensava fosse reale.

Tuttavia, non mi sento di giudicare, ognuno ha un modo diverso di affrontare agli eventi, soprattutto quando crolla quel quadro che ti sei fatto di una persona.

Alla prossima 








RECENSIONE: "L’ORA DEL SILENZIO" - di Sabrina Fava

 




"L’ORA DEL SILENZIO" 
di Sabrina Fava

Genere: Noir
Editore: Rossini Editore

1971, cittadina di Samor, Stati Uniti. Un uomo di nome John Miller viene ritrovato morto nella stanza dei giochi delle sue bambine. Anni dopo scompare Daphne Miller, la sua secondogenita. Della famiglia rimangono solo la figlia maggiore Dixie e la moglie Edna. Trascorrono dieci anni e la risoluzione del caso della famiglia Miller si snoda fra due filoni narrativi. Chi ha ucciso John Miller? Dov'è la piccola Daphne? Cosa nasconde il detective incaricato delle indagini?

L’ora del silenzio è un romanzo dove si mescolano vari stili: poliziesco, avventura, thriller che intrecciano la storia di tre ragazzi, Dixie, Eliot e Jasper, prima compagni di scuola e poi amici, con quella del detective Duncan Hobbs il quale deve investigare su un vecchio caso congelato che riguarda la morte e la scomparsa rispettivamente del padre e della sorella di Dixie.

Duncan Hobbs è un detective che si porta dentro un immenso dolore dal quale sembra non volersi tirare fuori e trova consolazione nell’alcool e nel sesso: sembra muoversi in un clima di non redenzione a cui contribuisce un’atmosfera fumosa che a volte sa di trasandato e sporco. Indaga in modo brillante, ma sciatto. L’atmosfera si alleggerisce un po’ quando assistiamo alle vicende dei tre ragazzi: si aprono le porte ai temi prettamente adolescenziali come trovarsi in una città sconosciuta e farsi dei nuovi amici, farsi accettare dai coetanei nella nuova scuola, cosa non facile soprattutto se ad aggravare il tutto sono “difetti fisici” che possono essere presi facilmente di mira dai bulli del caso e il difficile rapporto con i genitori.

Intorno a questi, vorticano, arricchendo il ventaglio dei caratteri, altri personaggi che sembrano fare da “contraltare” ai personaggi principali, a volte per contrapposizione (portando addosso un che di sinistro e accapponante) altre per supporto (figure buone, di salvezza). Il mondo che ci propone l’autrice, è un mondo “unto” e oscuro dominato dalle nevrosi degli adulti, dalle loro follie in balia delle quali un gruppo di ragazzini tenta di darsi spiegazioni plausibili attraverso una fantasia popolata da mostri e fantasmi e, quindi, di sopravvivere.

Le capacità narrative dell’autrice permettono di leggere con agevolezza un romanzo lungo più di cinquecento pagine anche se, a volte, ho avuto l’impressione che qualcosa potesse essere sfrondato; è presente l’attenzione al diverso registro linguistico rapportato alle diverse età, educazioni e indoli; tuttavia, trattandosi di un mistery, devo dire che il colpo di scena finale mi è mancato, al contrario il colpevole è stato percepibile già a circa metà del libro.








RECENSIONE: - "Noi ragazze degli anni ottanta" - di Chiara Balzaretti

 


Autore: Chiara Balzaretti

Titolo: Noi ragazze degli anni ottanta

Casa editrice: Self Publishing

Pagine: 151

Crezia e Shine sono due anime smarrite e consumate da esperienze di difficoltà e paura: entrano ed escono dalla psichiatria. Lottare per e con la vita risulta difficile, quasi impossibile, finché incontrano sulla loro strada due ragazzi, Fede e Pasin: due musicisti sregolati, che vivono al di fuori delle regole comuni. Si innamorano, ma si odiano anche: il loro è un amore contrastato, straziato dalle brutture dell’esistenza. Tuttavia con il tempo si consolida. Una sera come tante Crezia incontra Bri. Anche lui è un musicista: suona in un pub ed è un ragazzo dall’animo forte. Basta un gioco di sguardi per capirsi. Ama Pasin intensamente, ma Bri le dona protezione emotiva e sicurezza. La serenità che da tempo va cercando inutilmente .
Noi, ragazze degli anni Ottanta è un susseguirsi di vicende, di lotte a favore della vita, nonostante tutto; nonostante le difficoltà che la vita stessa pone.
Sono trattati temi forti: autolesionismo, depressione, dipendenze dalla droga e alcol, con lo scopo di dare giustizia alle esistenze dei protagonisti, che, come tanti ragazzi, trovano con difficoltà la strada verso il futuro. Con l’amore, la dedizione, il male che logora dentro diventa meno pesante e motivo di riscatto



 Queste pagine mi hanno sconvolto, quando ho iniziato a leggere non me l’ho aspettavo…

È un romanzo fatto di tante cose con tanti temi davvero importanti trattati con umanità ed empatia…

Ogni pagina dona emozioni ogni rigo porta brividi sulla pelle…

È una lettura che ha un impatto forte e se non si è pronti a leggerlo è inutile iniziare….

Due ragazze Crezia e Shina che si incontrano per caso in un momento in cui lottano con le unghie e con i denti per la propria vita, che agognano per arrivare alla felicità, che combattono ogni giorno contro un male oscuro che logora l’ anima…

È una storia d’amicizia ,d’amore, di riscatto, di voglia di essere se stessi e di farcela nonostante tutto e tutti!

Quando incontrano i due musicisti in un modo particolare la loro vita cambia colore …. Ancora una volta ho avuto conferma che l’ amore puro e vero…può sconfiggere ogni demone…

Poche pagine ma intense, poche pagine ma vere, poche pagine ma che restano sulla pelle e nel cuore!

Scrittrice che conoscevo ma che in questo romanzo mi ha felicemente sorpreso e non vi nego che farò in modo di averlo nella mia libreria…






27 giugno 2024

RECENSIONE: - "Il tocco della notte. Il rito" - di Jessica Bellina





Pagine: 328 p., Rilegato

Celeste, per tutti Ste, sembra una sedicenne come tante altre: la scuola, gli amici, qualche ragazzo carino intorno, un carattere estroverso per nascondere le insicurezze, la difficoltà di crescere solo con la sua mamma, tanti dubbi sul futuro e la paura di non fare le scelte giuste. Ma come tutte le altre non è, perché Celeste è una strega. Celate agli occhi dei normali, nel nostro mondo si muovono un gran numero di esseri magici, creature della luce e della notte, ognuna con proprie caratteristiche. Streghe, fate, vampiri, mannari, tanti altri, e poi i cacciatori, destinati a salvaguardare con le buone o con le cattive il fragile equilibrio tra le razze. In mezzo agli ordinari pensieri di adolescente qualsiasi, Ste si trova a dover fare i conti con la propria natura e con i poteri ancora da sviluppare che essa le dà, nonché con la storia segreta della propria famiglia, che scopre essere coinvolta in un misterioso e complicato progetto riguardante le relazioni tra le diverse fazioni magiche. È l'inizio di un'avventura dalle mille sfaccettature, che la porterà a scoprire verità sorprendenti, conoscere nuovi amici molto particolari, affrontare situazioni spericolate. Ma soprattutto intraprenderà un viaggio alla ricerca di se stessa e della chiarezza dei propri desideri, per capire quali siano davvero le sue aspirazioni e che cosa può invece lasciarsi alle spalle.


Ciao Anime Belle, oggi vi parlo di “Il tocco della notte. Il rito” è il primo volume di una saga urban fantasy scritta dall'autrice Jessica Bellina. La storia è ambientata in Friuli e segue le avventure di Celeste, conosciuta come Ste, una giovane strega sopravvissuta a grandi sofferenze, tra cui la perdita del padre e del suo primo amore. Celeste vive con la madre Caterina a Gemona, un paese in provincia di Udine, e fa parte di una congrega di amici che si è divisa a causa di contrasti sulla magia. Oltre a Celeste, nell’universo del romanzo fluttuano altre entità soprannaturali come licantropi, vampiri e cacciatori. La situazione si complica quando Celeste diventa vittima di attacchi da parte dei ribelli della congrega e altre creature magiche. La protagonista deve fare i conti con la storia segreta della sua famiglia e intraprende un viaggio alla ricerca di sé stessa e delle sue aspirazioni.
La narrazione, arricchita da dialoghi vivaci e un linguaggio accessibile, rende la lettura scorrevole e coinvolgente. Bellina costruisce un universo in cui streghe, vampiri, licantropi e cacciatori coesistono segretamente con gli umani, mantenendo un equilibrio precario che Ste si trova a difendere. La sua evoluzione, da adolescente insicura a strega con un grandi poteri da stabilizzare, è tratteggiata con cura. Questo mi ha permesso di affezionarmi al personaggio e di tifare per il suo successo.
Con un epilogo che mi ha lasciato con molte domande e misteri ancora irrisolti, non posso che aspettare di leggere il seguito per sapere di più di Ste e i suoi amici, vecchi e nuovi, pronti a tutto per proteggerla.

Alla Prossima!









 

RECENSIONE: - "La serratura del cuore: La scelta di Aaron (Una chiave per rinascere Vol. 2)" - di Alessia Servidei

 



Ogni serratura ha la sua chiave, anche se si tratta di un cuore umano. Quando un personaggio decide di raccontare la sua storia, all’autore non resta che ascoltarlo. Nasce così ‘La serratura del cuore’, un tornado di emozioni che il protagonista aveva rinchiuso dentro di sé, fin dal primo volume della dilogia di Alessia Servidei, ‘L’alba del cuore’. Questa non è la storia di Isa, ma di Aaron che, senza preavviso, sentì il suo cuore amare e lacerarsi davanti ad un muro invalicabile. I suoi occhi, colmi di speranza, videro l’amore, e si chiusero affranti dove in realtà non c’era. Vedremo un punto di vista diverso, una giostra infinita dalla quale faticherà ascendere e che gli farà capire che non si può semplicemente mettere un lucchetto al cuore per sfuggire alla sofferenza. Chi sarà alla fine la musa dei suoi sentimenti più profondi?
«Avevo davanti agli occhi la chiave giusta per me, eri tu e non me ne ero accorto. Ho rischiato di perderti, ma ora sei mia.»

Aaron


Quello di cui vi parlerò oggi è il prosieguo del romance "L'alba del cuore", intitolato “La serratura del cuore”, scritto da Alessia Servidei.

In questo secondo volume, a narrare le vicende in prima persona è un ragazzo dolcissimo che ho amato sin dalle prime pagine: Aaron. Il quale ci mostra tutto ciò che accade, attraverso i suoi occhi, dall’inizio alla fine. Ci mostra le vicende che si sono susseguite nella sua vita, in parallelo a quello che succede a Isa nel primo volume, percorrendo in pratica gli stessi anni.
Aaron è, a parer mio, un ragazzo meraviglioso, dal carattere sensibile e dal cuore romantico. Ho apprezzato tantissimo il suo personaggio e, anche se non ne sono sicura, credo sia una persona che esiste davvero e questo dà un briciolo di speranza, in un modo fatto di uomini e di donne egoisti e opportunisti.

Il romanzo comincia dall’infanzia del protagonista, da quando ha circa otto anni e frequenta la terza elementare.
Proprio in quel periodo, il piccolo Aaron si ritrova a soccorrere Isa, vittima dell’atroce vortice del bullismo. La piccola anima della bambina, infatti, giace inerme sotto il peso di una famiglia disfunzionale e una realtà scolastica che aggiunge altro dolore a quello che il suo cuoricino è già costretto a sopportare.
Devo dire che i primi capitoli, in cui viene descritta la loro infanzia, è un susseguirsi di emozioni e tenerezza. Ho amato immergermi tra quelle pagine e non vi nascondo di essermi addirittura commossa in più occasioni.

Il libro, come dicevo pocanzi, mostra al lettore tutte le fasi della vita di Aaron, soffermandosi perlopiù sulle sue relazioni sentimentali.
Lui, in realtà, è sempre stato innamorato di Isa, ma ben presto le loro strade si dividono definitivamente. Così, dopo diversi anni, divenuto ormai un uomo, riesce finalmente a trovare una stabilità sentimentale, dopo diverse delusioni e terribili sofferenze.
Aaron e la sua compagna sono felici, lui è felice, e oserei dire FINALMENTE! È un uomo estremamente buono e paziente, ho sofferto con lui tutte le volte che stava male, ma proprio a tal riguardo sono costretta a esprimermi anche sul personaggio di Isa, la quale ricompare nella vita di lui in più occasioni.

Mi dispiace molto dirlo, ma l’ho trovata meschina e cattiva. Se nel primo volume avevo cercato di empatizzare con lei e di calarmi nei suoi panni, anche in presenza di situazioni che non condivido affatto, in questo secondo volume, purtroppo, sono costretta a ricredermi sulla sua persona.

Non posso fare spoiler, ma nella seconda metà del romanzo, le sue azioni sono state, per me, uno stiletto al cuore. Non è assolutamente vero che il fine giustifica i mezzi. La cattiveria resta cattiveria in tutte le circostanze. È stata una vera delusione, ho provato rabbia e disgusto, ma la reazione di Aaron, anche in questa circostanza, ha dimostrato la nobiltà del suo animo puro. E per tale ragione l’ho amato ancora di più.

Non posso non fare i miei complimenti all’autrice, il romanzo è coinvolgente, i personaggi descritti alla perfezione. Ci ritroviamo di fronte all’ennesimo stralcio di vita vissuta che suscita emozioni e lacrime. Tuttavia, per la seconda volta ho il dovere di fare lo stesso appunto fatto in precedenza: sebbene sia stato eseguito un editing, il testo presenta diversi problemi. Ci sono molti errori di punteggiatura; in diversi passaggi, non è stata rispettata la consecutio temporum; la forma, in generale, andrebbe un po’ rivista. Consiglio ad Alessia di non lasciare così il testo, perché la trama è davvero bella, suscita sensazioni forti e ha un potenziale notevole, non comune a tutti.

Consiglio la lettura di questo romanzo a tutti gli amanti del genere: posso assicurarvi che è profondo, forse più del primo, ricco di argomentazioni importanti e a dir poco appassionante. Vi garantisco che berrete le pagine, senza mai stancarvi.

Alla prossima!







26 giugno 2024

Recensione:- Don’t Touch My Shoes- di Tiziana Irosa

 



Titolo: Don’t Touch My Shoes
Autore: Tiziana Irosa
Genere: Chick-lit, Hate to love, forxed proximity, Commedia Romantica, Umoristico
Disponibile su Amazon e Kindle Unlimited
Prezzo: 0,99 – 10,99
Pagine: 335 circa
Casa editrice: self publishing
Curiosità: terzo volume della serie Make a Wish, ma è autoconclusivo.


Giulia disegna scarpe da quando era bambina. Lei è una famosa stilista e lavora nell’azienda di famiglia e, proprio la sua famiglia è un grande problema, non solo per lei, ma anche per gli affari. Proprio per questo motivo arriva lui, Duncan West, il temibile contabile tutto numeri e regole, colui che dovrà far quadrare i conti vietando a tutta la famiglia De Lanzi anche di respirare.
Giulia è una creativa, Duncan è un insieme di divieti e leggi: tra i due lo scontro è inevitabile.
Tra colpi mancini e dispetti reciproci riusciranno a far quadrare i conti senza rischiare l’incolumità dell’altro?


"Non giudicare mai le persone perché a quello ci penserà Dio al momento giusto, piuttosto, bisogna sempre essere comprensivi e porgere una mano d'aiuto ".

Inizio così la recensione del nuovo romanzo di Tiziana.

 Se vi aspettate una storia d'amore tutta cuoricini e rose no, non è questo il caso e il bello vieni qui: nell’ imperfezione questa storia d'amore risulta perfetta.

Di proposito ho inserito quelle quattro righe per iniziare a parlarvi del libro. Pensateci bene, quante volte basandoci su quello che vediamo, puntiamo il dito senza chiederci il perché di un atteggiamento, di un modo di fare, di una risposta.

Avanti, alzi la mano chi non lo ha mai fatto.

Io non mi annoverò fra i virtuosi, perché è molto più semplice giudicare che capire.

Bene il romanzo di Tiziana è bello per questo.

Nella sua ironia l'autrice ha saputo bene spiegare il perché di alcuni atteggiamenti, di alcune maschere che si indossano, o semplicemente quelle che ci fa indossare la vita.

In mezzo a tutto ciò una ciabattina e un tulipano che si affrontano sul ring che non sai se è amore, odio o, semplicemente, quest' ultimo sentimento con un’altra maschera addosso.

Ma è quando si abbassa il sipario che vedi la persona per ciò che è, un tentennamento, un attimo di smarrimento e leggi negli occhi dell'altro le paure e le insicurezze che si porta dietro.

Ci sono pochi uomini come Duncan, diverso dagli altri protagonisti dell'autrice. Bello, fiero con la pelle macchiata da inchiostro che racconta una storia, come quella bussola che punta alla cosa più importante: il cuore.

E, la bellezza del romanzo, sta nel vedere attraverso i suoi occhi una donna come Giulia che si è costruita un muro, o meglio è la vita che le ha messo addosso un abito che, anche se stretto, si costringe a indossare.

Lo sapete non amo le recensioni classiche, quelle fatte di tecnicismi e che lasciano una gran confusione.

I romanzi non sono solo virgole, punti o refusi, bisogna andare oltre e trovarci una morale.

Io lo faccio sempre e davvero mi sono divertita con quest’ultimo libro, perché non arriva di scoppiato quella realtà che stai leggendo.

È condita da quelle amiche che sono sostegno sì, ma non si tirano indietro nel momento in cui devono spiattellare le cose come stanno.

È infarcita di una famiglia per un verso troppo allargata, per l’altro troppo lontana, ma in fondo la famiglia non la scegliamo cerchiamo però di migliorarla.

Il tutto accompagnato da un dialetto fiorentino che mi ha strappato più di una risata.

«Ti avevo perdonata al ciao».

Ed è forse questa la parte che più mi è piaciuta

Perché tante volte le parole non servono, ma basta aprire le braccia e la mente e chiedersi cosa possa spingere una persona a chiudersi dietro un muro che, forse, le nostre azioni possono espugnare.

Al prossimo romanzo Tì, e alla prossima morale che spero tutti capiscano. 






RECENSIONE: - "L'alba del cuore: la rinascita di Isa (Una chiave per rinascere Vol. 1)" - di Alessia Servidei

 



Un cuore congelato, può morire se ricoperto di gelo?

Una sfida all’amore.
È questa che Isa lancia alla vita, a coloro che incontra e che provano, senza successo,
a scongelarle il cuore. La paura di soffrire, smettere di respirare, è così forte da
rinchiuderla in un’esistenza di incontri online, serate di puro divertimento e angosce
dettate dall’amore mai davvero provato. Qualcosa cambia tornata alla sua Brescia,
quando un puntino nero, quasi impercettibile, le indica la via da seguire. È un
percorso tortuoso, fatto di alti e bassi, che la porteranno a chiedersi:

Un cuore congelato, il mio cuore, potrà tornare a battere davvero?
Isa sceglie un giglio come sua guida, un tenue, rosato, fiore che le darà la forza di
vivere e amare ancora.



Quello di cui vi parlerò oggi è un bellissimo romance, scritto da Alessia Servidei, intitolato: “L’alba del cuore”.

La protagonista principale delle vicende narrate è Isa, una ragazza di quasi trent’anni che è anche la voce narrante della storia. Il romanzo, infatti, è scritto in prima persona e ci mostra tutto ciò che accade attraverso gli occhi di lei, anche se in qualche capitolo subentrerà il punto di vista di qualcun altro.

Ma andiamo per gradi.
Sono stata molto colpita dal personaggio di Isa. Già dopo i primi capitoli, ho subito compreso che è una ragazza sofferente che cammina, strascicando i passi, tra le ombre di un passato difficile da dimenticare. I suoi occhi raccontano di cicatrici invisibili che la spingono a rigettare l’amore e tutto ciò che riguarda il sentimentalismo. Anche se, a parer mio, non è lei a rigettare i sentimenti. Semplicemente, fin quando non arriva la persona giusta, che ti fa davvero battere il cuore, non senti il bisogno di avventurarti in una relazione stabile. Isa non sente questa necessità, perché ancora nessuno ha smosso in lei qualcosa di così profondo e significativo.
Isa è un personaggio complesso: dietro al suo sorriso malinconico, nasconde paure e desideri repressi, che la spingono ad abbandonarsi a relazioni fugaci e ad amanti effimeri.
Essendo una persona sincera, sia nella vita reale che nelle recensioni che scrivo, devo dire che personalmente non approvo molto questo modo di rifuggire la sofferenza, soprattutto perché tutto ciò non fa che scavare una voragine ancora più profonda nell’animo delle persone. Tuttavia, lo strazio interiore di ciascuno può talvolta spingerci a scelte che nessuno può giudicare dall’alto della sua (finta) saggezza. Poiché, fino a quando non vivi una determinata situazione, non puoi di certo giudicarla.
Isa si trasferisce da Milano a Brescia (la sua città di origine) a causa di problemi familiari. Una volta lì, trova un lavoro e anche una casa, tra vecchie amicizie, chat di incontri e relazioni occasionali.
Un giorno, però, grazie alla chat di incontri, conosce Massimo e sarà proprio lui a smuovere dentro Isa quel qualcosa assopito da ormai troppo tempo.

Anche Massimo è, a parer mio, un personaggio interessante: si presenta come un uomo dal fascino travolgente, con uno sguardo intenso, dietro al quale si cela un animo fragile e un cuore profondamente ferito.
Tutti i personaggi presentati nel romanzo sono ben delineati; lo stile di Alessia cattura l’attenzione del lettore sin dalle prime righe. Le parole si susseguono in maniera fluida, creando immagini vivide e sensazioni palpabili. Ho letteralmente bevuto le pagine, senza mai sentirmi annoiata.

Faccio i miei complimenti all’autrice, il romanzo è coinvolgente, uno stralcio di vita vissuta che suscita emozioni e interesse, anche se ho il dovere di fare un appunto che ritengo importante: sebbene sia stato eseguito un editing, così come si evince anche dai ringraziamenti, il testo presenta dei problemi. Ci sono molti errori di punteggiatura; in diversi passaggi, non è stata rispettata la consecutio temporum; la forma, in generale, andrebbe un pochino rivista, effettuando perlopiù un’accurata correzione di bozze. Sarebbe un vero peccato lasciare il testo così, perché la trama è bella, coinvolge e ha un potenziale notevole, non comune a tutti.

Consiglio la lettura di questo romanzo a tutti gli amanti del genere: è profondo, ricco di argomentazioni importanti e davvero appassionante. Vi garantisco che berrete le pagine, senza mai stancarvi.

Alla prossima!