“La prigione di vetro- Il labirinto degli inganni” di Vasile è il sequel di “Ipnosi – Nei meandri della mente”, ma ha una sua trama che si può seguire facilmente anche se non si è letto il primo volume.
Il romanzo tratta le vicende di Dan e Dorothy, coppia affiatata che si è costruita una nuova vita a San Diego dopo aver lasciato la città natale Portland. Sembra una vita tranquilla e serena, ma attraverso salti temporali che fungono da spiegazione-intreccio tra passato e presente (debitamente segnalati dall’autore in ogni paragrafo), si avverte qualcosa di distorto: ricordi non piacevoli di Dan che oscurano il presente come una sorta di nuvola colma di temporale che si muove a inghiottire il cielo sereno. Attraverso la narrazione in prima persona di Dan, l’autore ci offre un libro ricco di mistero dalla prima all’ultima pagina; è una narrazione che fa uso di una buona descrizione: non eccessiva e funzionale a quanto raccontato.
È un thriller dalla struttura circolare: ciò che si apre all’inizio viene concluso alla fine. Vale anche per il titolo: man mano che leggevo mi sono chiesta più volte il perché di questo titolo, poiché mi sembrava di non trovare spiegazione… e anche qui, alla fine della mia lettura, la mia curiosità è stata soddisfatta: la prigione di vetro, una specie di “bolla” all’interno della quale viene costruito e intrecciato l’intero romanzo, oltre allo scioglimento degli intrecci narrativi e degli inganni mentali…
…Se pensate di aver capito qualcosa da queste parole, vi accorgerete che non è così, poiché la conclusione di questo thriller non è per nulla ovvia e vi disorienterà!
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