Titolo: La pergamena che prevedeva il futuro
Autore: Davide Fresi
Editore: Amazon Kdp
Genere: thriller storico
Numero di pagine: 262
Data di uscita: 7 dicembre 2022
Prezzi: 2,99 ebook; 11,40 cartaceo
Un oscuro prodigio.
Lo dico sempre: l'incipit è metà dell’opera. Scrivi un incipit con tutte le info necessarie ad entrare subito nella storia, e che allo stesso tempo sia pregno di emozione, non importa quale, basta che sia atomica, scrivi le prime pagine con queste caratteristiche e ogni lettore che lo leggerà sarà un lettore in più che ti seguirà.
Sin dalle prime righe di “La pergamena che prevedeva il futuro” ho subito avuto il sospetto che l’autore conoscesse bene il vangelo dell'incipit, alla fine del secondo capitolo ne avevo la certezza. Un incipit potente, arricchito da un qualcosa in più: la semplicità. Al confine con l’ingenuità narrativa, l’azione delle prime pagine è fatta di un’alternanza causa effetto che da una parte mette subito in chiaro l’obiettivo del protagonista, dall’altra mostra la sua anima senza veli, facendogli acquisire immediatamente spessore. I miei complimenti.
Quando leggo uno storico mi aspetto di vivere un’avventura nel luogo e nel tempo dove viene ambientata la storia. Affinché questo accada è necessario che l’azione si alterni alle descrizioni di luoghi e personaggi. L’uso dei dialoghi, delle descrizioni, della narrazione, delle riflessioni etc. fanno lo stile personale dell’autore che può essere più o meno efficace. Purtroppo devo dire che, secondo me, “La pergamena che prevedeva il futuro” manca di descrizioni sufficienti a far vivere al lettore l’ambiente e il periodo nel quale si svolge l’azione. Stranamente, però, questa carenza, che considero importante, non ha affievolito in me l’entusiasmo della lettura. Non saprei dire se l’autore abbia volontariamente sperimentato una particolare tecnica narrativa, ma so che l’azione in quest’opera è cadenzata, dalle molte svolte, quasi scientificamente. Il colpo di scena, il cambiamento, la decisione, l’esecuzione; tutto si alterna in modo da non dare tregua all’ansia del lettore, che è, così, invogliato a leggere e quindi si diverte. Complice di questa strana alchimia è senza dubbio il buon grado di originalità del soggetto. Oggi non è facile inventarsi qualcosa di nuovo e benché l’oceano delle visioni sia il più pescoso dell’universo, le capacità visionarie non sono affatto scontate. Per questo, ancora una volta, mi complimento.
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